«Quando vado a letto e chiudo gli occhi, mi sembra di sentire ancora quella voce che dall’altro capo del telefono mi chiamava “nonna” e mi chiedeva aiuto. Che stupida sono stata a cascarci».
La signora Anna, poco più che 80enne, ancora non riesce a credere di essere stata truffata.
«Sono sempre attenta. Ma questa volta mi hanno toccata nel vivo, facendomi credere che mio nipote, da tempo al nord per lavoro, fosse nei guai».
Questo è stato infatti il pretesto, usato dai malfattori, per indurre la bitontina, qualche giorno fa, a consegnare tutto l’oro custodito in casa.
«Erano più o meno le 11, quando un ragazzo ha chiamato al telefono fisso – racconta -. Aveva una voce diversa rispetto a quella di Francesco, ma lui mi ha rassicurata dicendo che era raffreddato. Ci ho creduto, anche perché conosceva parecchi dettagli di famiglia».
«Qui ci sono i Carabinieri, vogliono farmi denuncia e querela, perché il bonifico che mamma mi ha fatto non è andato a buon fine. Fai correre nonno all’ufficio postale per chiedere informazioni», la richiesta del finto nipote, soddisfatta poco dopo da nonno Mario.
«Diceva di essere spaventato e mi chiedeva di restare al telefono con lui – continua a ripercorrere Anna, tra le lacrime -. Non immaginavo che fosse una tattica per impedirmi di chiamare le mie figlie, di cui conosceva i nomi e che diceva di aver allertato e che fossero pronte ad andare anche loro in posta».
Impossibile anche utilizzare il cellulare. «Ho uno smartphone, ma lo uso solo per rispondere alle videochiamate di Francesco e vederlo anche se è lontano. Non avrei saputo utilizzarlo».
«Mentre ero ancora alla cornetta, l’uomo al telefono mi ha detto che purtroppo mio marito non era riuscito a risolvere il problema e che la posta avrebbe accettato anche l’oro, in pegno, per sbloccare il bonifico. Sarebbe venuto un dipendente di Poste italiane direttamente a casa a prendere tutto».
A Marco, il nome con cui il malfattore si sarebbe presentato, nonna Anna consegna allora collane, bracciali e anelli.
«Il finto dipendente aveva una mascherina anti-Covid ed era molto cordiale. Mi ha detto di pesare tutto con una bilancia da cucina e mi ha rassicurato, perché il quantitativo sarebbe stato sufficiente per far evitare la denuncia a mio nipote. Erano circa 200 grammi e il finto Francesco mi ha detto di aggiungere anche i suoi orologi, che custodivo io».
«Grazie nonna, non preoccuparti. Ora sistemo la situazione ed entro stasera ti restituiscono tutto», le parole del malfattore al telefono, che da giorni rimbombano nella mente di Anna, ancora con la morte nel cuore.
«Quando ho realizzato che era una truffa, sono tornato a casa di corsa, ma ormai era troppo tardi», commenta anche nonno Mario, che con sua moglie ora spera nella giustizia.
«Abbiamo denunciato tutto alla Polizia. Ci hanno detto che non siamo state le uniche vittime. Quei maledetti avrebbero fatto almeno altri due colpi nella stessa giornata».
«Spero che riescano a trovare la refurtiva», che avrebbe fruttato ai malviventi circa 4mila euro, ma che ha un valore affettivo inquantificabile.
«C’erano anche le nostre fedi», conclude Anna, asciugando le lacrime che sgorgano dai suoi occhi terrorizzati: «Ora ho paura persino di rispondere al telefono o di aprire le finestre».