Circa duecento persone, provenienti da ogni parte del tacco d’Italia, a contendersi sul sintetico del centro sportivo “Bellavista” di Bitonto lo “scudetto” del campionato regionale dell’Associazione Nazionale per l’Inclusione Sociale (ANPIS) e la coppa Puglia.
Titoli vinti rispettivamente dall’associazione L’Anatroccolo di Bitonto e dalla brindisina Fondazione Beato Bartolo Longo di Latiano. Squadre che però non sono state le uniche ad esultare.
In “Rimettiamoci in gioco Sportiva…mente”, tutti sono vincitori, perché il vero avversario da battere è l’esclusione sociale.
Il torneo itinerante di calcio a sei, promosso da ormai tredici anni dall’ANPIS, permette infatti a persone affette da disagio mentale di divertirsi, di aver accesso al diritto allo sport e di tessere amicizie, saldate nel tempo proprio sul rettangolo verde.
Le gare del campionato, che ha visto partecipare ben dodici squadre, si sono svolte nelle diverse città della regione Puglia da fine aprile, per proseguire per tutto maggio e concludersi qualche giorno fa con l’evento clou a Bitonto, che ha visto come testimonial l’ex calciatore Massimiliano Tangorra.
“Lo sport, praticato come sana competizione, in cui si sperimenta il sacrificio, l’impegno, l’accettazione della sconfitta, le attese, il riconoscimento delle regole e il loro rispetto, rappresenta uno strumento per le persone nel riappropriarsi di un ruolo sociale attivo, che sia soprattutto riconoscibile e riconosciuto dal contesto sociale di appartenenza” spiega Antonio Lo Conte, presidente di ANPIS Puglia e responsabile nazionale del coordinamento regionale.
E i risultati sono evidenti. “Possiamo affermare che la continuità dell’attività sportiva innesca una serie di comportamenti positivi, crea relazioni e il sentimento di appartenenza di gruppo, mobilita tutti i sensi, favorisce la cura del sé, la riappropriazione corporea, ha implicita una serie di stimoli che costringono alla “naturalità”, alla concretezza, al protagonismo dei ragazzi e al confronto con la realtà”.
Ed è un “calcio”, poi, anche agli atteggiamenti pregiudizievoli e repressivi di cui i soggetti fragili sono purtroppo destinatari. “La manifestazione – conclude Lo Conte – è una dimostrazione concreta del come si possa contribuire a migliorare la salute mentale, sia sul versante delle vittime del disagio, sia dalla parte della società, che spesso spinge alla cronicità e alla esclusione, in una spirale contraria ai principi di umanità, di rispetto della dignità della persona, di solidarietà e giustizia”.