È stata presentata al pubblico la scultura lignea seicentesca san Filippo Neri, oggetto, nei mesi scorsi, di importanti lavori di restauro finalizzati a riparare i segni del tempo e riportarla all’aspetto originario, rimuovendo la ridipintura dei secoli successivi. Lavori effettuati nell’ambito di un’iniziativa del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto, in collaborazione con la Confraternita di San Filippo Neri e il Museo Diocesano di Bari – Bitonto.
Mercoledì scorso, lo scoprimento del manufatto, nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo, alla presenza di Stefano Milillo, direttore dell’Archivio Diocesano, don Marino Cutrone, vicario zonale dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto, don Andrea Magistrale, parroco della chiesa di Sant’Andrea Apostolo, Marino Pagano, presidente del Centro Ricerche, Francesco Paolo Ricci, sindaco del comune di Bitonto, Michele Colaninno, priore della Confraternita di San Filippo Neri, e Mario Sicolo, giornalista e direttore del “Da Bitonto”.
Il restauro ha avuto inizio nel 2022, in occasione del quarto centenario dalla canonizzazione di san Filippo Neri. Una ricorrenza che il Centro Ricerche volle celebrare in diversi modi: dedicando la tessera sociale 2022 al santo toscano e avviando un progetto volto a ridare alla scultura, danneggiata dal tempo, l’antico splendore. Il manufatto versava in cattivo stato di conservazione, con l’incarnato che presentava cadute di colore e diversi fori causati dall’azione dei tarli. Responsabile dei lavori è stata Rosanna Guglielmo: «Si tratta di una scultura di pregio. Originariamente era decorata con foglia oro ed è stato molto complicato rimuovere la ridipintura rispettando la pellicola pittorica originaria. Aveva diverse fratturazioni e una vistosa infestazione una vistosa infestazione da tarli che aveva eroso il supporto».
Portata a termine grazie al vivo interesse di tanti che, con il proprio contributo, hanno consentito il finanziamento del restauro, l’iniziativa è nata dalla volontà del Centro Ricerche di mantenere vivo l’interesse per l’arte e per la storia, nell’ottica di un civismo culturale volto a sensibilizzare e spronare cittadini e istituzioni alla tutela del patrimonio storico e artistico.
«Questa è una statua viva nella memoria popolare. Versava in condizioni non ottime e, quindi, il restauro promosso dal nostro sodalizio oltre a consentire il ritorno a nuova vita, ha anche fatto riemergere l’aspetto originario. Siamo davvero soddisfatti – commenta Marino Pagano, presidente del Centro Ricerche -. La statua tornerà al Museo Diocesano, con una collocazione maggiormente degna del suo valore artistico. Ancora una volta il nostro sodalizio si conferma agente culturale vivo e attivo sul territorio, interprete di un’idea di impegno civico concretamente declinato nel mondo della cultura».
«Finalmente giunge al termine con grande successo questa iniziativa nata dalla volontà di recuperare l’antica bellezza di questa statua e donarla alla città» è il commento di Stefano Milillo, ex presidente del Centro Ricerche, che ha anche ringraziato tutti coloro che, con il proprio contributo, hanno permesso i lavori di restauro. Milillo ha anche illustrato la storia del culto del santo a Bitonto, ricordando un episodio in particolare. Quello che vide coinvolto il vescovo Filippo Massarenghi, nel 1688, quando, nella chiesa di San Pietro in Vincoli, ai piedi dell’altare dedicato al santo, fu rapito in estasi ed ebbe il presagio della sua morte.
La storia di San Filippo Neri è stata quindi approfondita dal docente Michele Ruggiero, mentre Mario Sicolo ha ricordato il ritratto televisivo del santo che, nel 2010, fu interpretato da Gigi Proietti nella miniserie Rai “Preferisco il paradiso”.
«È l’ennesima testimonianza della presenza nella nostra città di un patrimonio inestimabile – aggiunge il sindaco Francesco Paolo Ricci -. Una sacra immagine che è stata recuperata, dopo quella, qualche settimana fa, di sant’Antonio, che ora possono essere esposte e messe a disposizione della cittadinanza tutta. E tante altre ce ne sono da recuperare. Questo è il percorso da seguire. Grazie all’interesse di tanti privati e di realtà come il Centro Ricerche, la confraternita e la diocesi, si sta nuovamente mostrando un’attenzione particolare alle opere di valore inestimabile della nostra città. Una cura del bello che va nella direzione della valorizzazione del nostro patrimonio storico artistico».
«Bitonto di bellezza ne ha veramente tanta. Ma questa bellezza deve emergere, non deve essere nascosta. Probabilmente i cittadini si sono assuefatti da tanta bellezza. Ci sono tante opere bellissime che, però, si stanno perdendo o sono in condizioni pietose. Come ad esempio, una statua molto bella di san Pietro, che è un capolavoro, ma è quasi distrutta» è l’appello finale di don Marino Cutrone.
Attraverso l’uso di pannelli espositivi, gli organizzatori hanno, infine, ricordato anche un altro omaggio artistico di cui, da oltre mezzo secolo, si sono purtroppo perse le tracce. Si tratta dell’antica tela di Carlo Rosa, raffigurante san Filippo Neri, rubata il 3 luglio 1972 dalla chiesa del Crocifisso, insieme ad un altro dipinto raffigurante san Martino, dello stesso autore. Un caso che, nei mesi successivi, impegnò le forze dell’ordine, nel tentativo, purtroppo vano, di recuperare l’arte rubata.
La Sovrintendenza, considerato il valore delle opere, diramò segnalazioni in Italia e all’estero, sfruttando anche il lavoro del Centro Ricerche, già vivo e attivo all’epoca, che aveva schedato e catalogato gli oggetti.