L’uomo avanza nella terribile calura estiva col suo deambulatore assistito dall’amorevole moglie. Siamo in via Giuseppe Comes, l’anziano ha dovuto parcheggiare lontano dal portone al civico 86 perché lo stallo per disabili era occupato. Come sempre, da quando hanno fresato l’asfalto in prospettiva del rifacimento del manto stradale, che però è stato rinviato ad ottobre, in attesa che si chiuda un cantiere privato di fronte. “Chiedo solo di mettere l’asfalto nei pressi di questo marciapiede di modo che possano risistemare la segnaletica orizzontale gialla per il mio posto”, chiede disperato il cittadino. Già, perché, poi, trovato il parcheggio molto più in là, è costretto a salire sull’alto marciapiede sprovvisto di scivoli. La consorte che gli è accanto lo aiuta provvidenziale, ma anche per lei i dolori cominciano a farsi sentire: “Non ce la facciamo più, davvero”, quasi sospira . Insomma, anche se il calendario ci ricorda che siamo nell’anno del Signore Duemilaventitrè, queste insormontabili barriere architettoniche ci sbalzano indietro di chissà quanti decenni…