Si è svolta domenica in piazza San Silvestro, cuore del borgo antico (non a caso, visto che era la sua zona) la cerimonia di scoprimento della targa alla memoria di Gaetano Masellis, medico condotto comunale (prima nei locali messi a disposizione dal Comune stesso, poi direttamente nella sua abitazione e con una retribuzione tutt’altro che alta) dal 1931 al 1969, anno in cui è andato in pensione. Fortemente voluta dalla famiglia, dall’amministrazione comunale e dalla professoressa Maria Antonietta Elia, che ha curato anche un libro autobiografico su Masellis, la mattinata si è distinta in due momenti. Nella prima c’è stato lo scoprimento della targa vero e proprio (benedetta da don Marino Cutrone) in una cerimonia ricchissima di gente e di emozione («Gaetano è stata una figura che non si è mai tirata indietro, e non interveniva solo per le malattie ma anche per le povertà», ha ricordato il sindaco Francesco Paolo Ricci), nella seconda la presentazione del libro della Elia direttamente a Palazzo Gentile. Soldato al fronte nella Grande Guerra, la vocazione medica di don Gaetano (Bitonto 1899 – Padova 1974) è nata in seguito alla morte per tifo del fratello Peppino. Nel suo ambulatorio comunale, come in quello privato, assistette giorno e notte abbienti e meno abbienti. Grande l’amore dei suoi pazienti, che ancora lo ricordano, che insorsero contro i notabili medici che, per gelosia, ne chiedevano l’espulsione. Per il suo impegno professionale e sociale, è stato insignito della medaglia d’oro sia dall’Ordine dei Medici di Bari che dal Comune.
Un anno prima della morte, è stato nominato, dal Quirinale, Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto.