Mi sono sempre chiesto, con una punta di fiera curiosità, cosa portasse i tedeschi a visitare, copiosi, la nostra città. Pronti, direte: turismo. Sì, certo, le guide compulsate con certosina dedizione, le reflex indaganti gli anfratti più ascosi, gli sguardi col naso all’insù. Il repertorio è quello dei visitatori consueti, di qualsiasi nazione. No, loro avevano qualcosa in più. Come se la famosa puntatina dinanzi alla maestosa Cattedrale sognata da Nicolaus Magister da parte del Kaiser Guglielmo valesse ancora oggi come inequivocabile testimonianza di un legame che resiste allo scorrere del tempo. E’ la magia del fascino che cattura chi contempla artistiche meraviglie per ritrovare sè stesso. Chissà. Prendete, allora, la storia mirabie ed esemplare di Katherine, teutone di origini polacche, manager di gran successo a Dusseldorf, giunse all’ombra del Torrione angioino in era pre-Covid e si innamorò della nostra città. A conquistarla fu il senso dell’ospitalità quasi magnogreco di Amedeo, simpatico ristoratore ed ex stella del pallone nostrano. Impressioni scambiate, dialoghi initerrotti, affetto spontaneo. In una parola: amicizia: E il desiderio irrefrenabile della professionista grmanica vdi festeggiare qui tutti suoi compleanni. Il virus torvo aveva impedito di omaggiare come si deve il giro di boa del mezzo secolo, ma stavolta nulla ha potuto frenare la donna straordinaria che ha infuso la passione per i nostri palazz e le nostre chiese al padre Georg Bogutzky, sopravvissuto all’inferno di Auschwitz. Così, questa sera, lei e una ventina di connazionali si incontreranno intorno ad un desco imbandito di prelibatezze locali e sorrisi per celebrare la ricorrenza della nascita di Katherine. Che si riscoprirà sempre più innamorata di Bitonto…