Da Alex Pilone Consigliere, Consigliere Regionale dei Giovani e Rappresentante d’Istituto del Liceo Scientifico “G. Galilei” di Bitonto, riceviamo e pubblichiamo:
Martedì 4 aprile si è riunito in terza seduta plenaria nel Palazzo di Vetro di Via Gentile a Bari il congresso dei Giovani Consiglieri eletti nel Consiglio Regionale della Puglia alla presenza della Presidente Loredana Capone e dei relatori Eliana Augusti, Professore Associato Storia Diritto Medievale e Moderno – Università del Salento, e Paolo Paticchio, Presidente dell’Associazione Nazionale del Treno della Memoria.
Varcate le porte dell’aula consigliare l’emozione mi ha sopraffatto. Pur essendo la mia seconda seduta in Parlamento Regionale lo stupore, la meraviglia e la grinta, che mi hanno sempre contraddistinto in questo percorso d’impegno civile, non mi hanno assolutamente abbandonato, anzi, si sono acuiti in previsione del grande e fondamentale compito che da lì a poco ci avrebbe diligentemente impegnato con ardore e tanta passione.
Dopo l’accogliente saluto della Presidente Loredana Capone, che ha sottolineato l’importanza del ruolo chiave di noi giovani all’interno del processo di transizione e cambiamento dello Stato moderno, un momento d’intensa riflessione ha esordito in auditorium. Due eloquenti parole ad accompagnare l’acceso dibattito: suddito e cittadino. Un intricato percorso di cittadinanza attiva attraverso un percorso consapevole e partecipativo.
La mia dichiarazione è la seguente:
“Suddito e cittadino: due facce di una stessa medaglia. Ognuno di noi nasce suddito di qualcuno. Sin da bambini siamo privi di quell’autonomia fondamentale che guida ogni nostra razionale azione e che ci porta a seguire linee guida prestabilite da qualcun’altro: dai saggi insegnamenti dei nostri genitori alle ferree regole dei nostri maestri. Sudditi per apprendere un’autonomia meritata, per acquisire un comportamento, un’educazione per la vita.
È proprio quando si cresce, però, che iniziamo a diventare consapevoli di noi stessi, delle nostre capacità, diventiamo cittadini attivi consci dei nostri diritti e dei nostri doveri: il dovere di scendere in gioco e il dovere di partecipare, il diritto di manifestare il proprio pensiero liberamente e pacificamente e il tanto combattuto diritto di votare.
Tornare a votare in Italia è fondamentale affinché si possa instaurare un nuovo cambiamento nel nostro Bel Paese e un nuovo sentimento di speranza in noi cittadini. Purtroppo con il passare del tempo, mentre soffrivamo la nostra condizione di figli abbandonati allo sbaraglio, la classe politica ci ha traditi, ci ha riso in faccia ghignosamente dall’alto della turris eburnea della sua privilegiata indifferenza. È vero, siamo delusi ma non per questo dobbiamo rinunciare all’unico strumento che, noi, nuove e vecchie generazioni unite insieme abbiamo per ripartire, per riappropriarci democraticamente delle nostre istituzioni, il voto.
“La Rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello.”
Paolo Borsellino non si sbagliava e ancora oggi il suo messaggio echeggia forte fra i vicoli di un’Italia avvilita e stanca di sognare. Non voglio essere portatore di false speranze, voglio essere assieme ai miei ferventi colleghi l’iniziatore di un nuovo modo di fare politica, più partecipativo, più bello e più vero. Voglio riportare al centro l’autentico valore del patto biunivoco di fides nel foedus tra cittadini e politicanti, un contratto sociale, di rousseauiana memoria, non basato su scambi di favori e mazzette, ma sulla fiducia e la realizzazione di una promessa.
Onesti cittadini non si nasce ma si diventa, divenendo consapevoli di noi stessi, del potere che risiede nelle nostre mani e che la nostra grande quanto bellissima Costituzione garantisce e preserva.
In questo contesto, è proprio dalla scuola, parte fondamentale delle vite di ognuno di noi, che occorre ripartire. Oggi si parla tanto di merito e di celebrazione delle eccellenze. Ma che scuola è quella scuola classista che identifica un ragazzo in base a un voto? Che scuola è quella scuola che se prendi 5 in matematica ti etichetta come uno scarto della società? Che scuola è quella scuola che ci costringe a rinunciare ai nostri sogni e alla coltivazione dei nostri talenti affinché ci si omologhi ad uno standard stabilito da ignoti? Che scuola è quella scuola che ci incatena all’ansia per una grigia e triste performance e che finge di non vedere ciò che noi studenti siamo per davvero? Che scuola è quella scuola che ci spinge alla depressione e in molti casi al suicidio?
È finito il tempo delle parole, adesso tocca a noi agire perché il gioco è appena iniziato, i sogni li abbiamo appena sfiorati con un dito e il sorriso, quello non ce lo toglierà mai nessuno.
Con poche parole e più azione, rendiamoci partecipi del cambiamento nella nostra Nazione!”
Dopo questo acceso dibattito, siamo passati subito ai fatti. Ci siamo suddivisi in quattro sezioni deliberative, ognuna con un unico e preciso compito: partire dalle nostre idee per dare vita ad un vero e proprio disegno di legge, che sarà presentato da una delegazione composta da noi giovani consiglieri al Parlamento Regionale, il quale deciderà, attraverso un voto di fiducia, di bocciare o approvare con successo il nostro sudato lavoro.
Scuola come strumento di rinascita sociale, cooperative learning, instaurazione di un sistema valutativo scolastico più lontano dalla celebrazione delle performance e più vicino alla tutela dei talenti di ogni singolo studente, transizione ecologica e digitale degli istituti superiori finalizzata all’istituzione di giornate scolastiche di impegno civile e all’introduzione di computer e tablet all’interno degli istituti, sensibilizzazione alle tematiche sociali e culturali nelle ore di ed. civica, quali il benessere psicologico e sessuale, e la rivalutazione delle opere d’arte attraverso l’introduzione della figura centrale dell’esperto sono i capisaldi primigeni su cui si basta la nostra proposta di legge. Non perdendo mai la speranza, ci rimettiamo nelle mani del voto, per costruire una società più serena e umana.