(di Donato Rossiello, Nico Fano)
L’avvio del 2023 è stato molto positivo per i mercati finanziari. Le proiezioni nel mese di febbraio indicano una maggiore debolezza, a causa principalmente di un nuovo riprezzamento delle aspettative riguardo le future mosse delle Banche Centrali. In altri termini viviamo una fase di rivalutazione: ci si interroga sulla durata o i termini effettivi del restringimento monetario da parte di Federal Reserve e BCE, alla luce dei segnali di resilienza dell’economia nonché di maggior persistenza dell’inflazione rispetto a quanto atteso fino a qualche settimana fa.
A tal proposito si confermano le tendenze in discesa della pressione inflazionistica e l’ormai superamento del picco, ma i valori restano comunque elevati. In USA l’indice dei prezzi al consumo a gennaio è calato di poco su base annua (dal 6,5% al 6,4% – sotto le previsioni al 6,2%). Su base mensile lo stesso dato vede un incremento dello 0,5%, condizionato dai costi di energetici e alimentari.
L’economia statunitense ribadisce la solida partenza dell’anno. Bene i consumi; riscontri ottimi per le vendite al dettaglio (a +3,0% in un mese, miglior progresso da marzo 2021), risultati discreti per la spesa personale a +1,8%. Il mercato del lavoro rappresenta un fattore trainante, con la creazione di 517mila nuovi posti (invece degli ipotizzati 189mila) e un tasso di disoccupazione ai minimi dal 1969 (3,4%).
In Europa l’inflazione, secondo la stima flash di febbraio, segna un rialzo dello 0,8% su base mensile ovvero una discesa trascurabile del dato tendenziale (8,5% dall’8,6% di gennaio). Le pressioni di fondo sono ancora consistenti, in particolare nel comparto dei servizi.
Il quadro macroeconomico del Vecchio Continente migliora oltre le prospettive degli analisti. La domanda viene sostenuta dai robusti flussi di consumi e una tenacia della forza lavoro. Colpisce il trend positivo dell’economia italiana, comprovato dal proseguimento del rimbalzo degli indici di fiducia di consumatori e imprese, anche in ambito industriale.
Segnali importanti di recupero a seguito delle riaperture post-Covid provengono dagli indici di sentiment delle imprese cinesi, che registrano a febbraio un netto incremento nel settore manifatturiero e dei servizi. I livelli raggiunti oltrepassano addirittura quelli ottenuti nel 2020.
Materie prime, il prezzo del petrolio Brent veleggia intorno agli 85 dollari al barile; il gas naturale europeo continua al ribasso, passando dai 59 euro/MWh di fine gennaio ai 47 di fine febbraio.
Occhi puntati sulle Banche Centrali e il terminal rate (il punto di arrivo dei tassi). Con tutta probabilità nell’immediato ci aspettano ulteriori 3 rialzi da 25 punti base dalla Fed e intorno ai 150 pb complessivi dalla Banca Centrale Europea. Tra il secondo e il terzo trimestre dovrebbe esserci una pausa, mantenendo per un po’ i livelli raggiunti. Quando un “cambio di rotta”? Ci vorrà del tempo…