I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari, coadiuvati dai militari della Stazione di Bari Santo Spirito, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno arrestato in flagranza per “estorsione aggravata dal metodo mafioso” due uomini di 22 e 25 anni vicini al clan Strisciuglio, operante nel quartiere Palese. Tra loro, un bitontino, Emanuele Lacalamita, classe 2000.
A comunicarlo, l’Arma in una nota. Durante le indagini, era emerso il possibile racket ai danni di un commerciante del quartiere ad opera di soggetti del clan secondo modalità già ricostruite dai militari e che hanno portato, in passato, all’arresto di altre persone.
I due, grazie all’ausilio di telecamere nascoste, sono stati sorpresi dai militari mentre entravano in un negozio nel quartiere di Bari-Palese e chiedevano all’esercente di pagare una quota di 5mila €. Somma che sarebbe servita per le spese legali utili alla scarcerazione di un loro amico.
In caso di diniego, i due avrebbero minacciato pesanti ritorsioni nei confronti dell’attività commerciale.
Una richiesta che, pare, seguisse altre numerose estorsioni fatte nell’arco di svariati anni ai danni della vittima che, vista l’intimidazione subita, si è vista costretta a consegnare, in contanti, la somma. I carabinieri, però, hanno seguito all’uscita dall’attività i due estorsori, recuperando l’importo estorto e altro denaro contante, la cui provenienza è in corso di accertamento.
A poche ore di distanza dall’operazione, gli investigatori hanno poi eseguito il fermo di un 21enne, accusato di porto e detenzione illegali di arma aggravata dal metodo mafioso: questo dopo essersi recato nello stesso negozio, minacciava il titolare mostrandogli un’arma. I tre sono stati portati in carcere.