Costituzione in parte civile nel processo contro il clan Cipriano che parte a febbraio.
È la decisione del Comune di Bitonto che ha dato mandato al proprio legale, Paolo Monteleone, di rappresentarlo nel procedimento penale pendente dinanzi al Tribunale di Bari (sezione Indagini preliminari) la cui prima udienza era prevista per giovedì ma è stata spostata a febbraio. La scelta è stata dettata dal fatto che, secondo il sindaco Francesco Paolo Ricci, in base al reato di ”associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti” nei confronti degli imputati nel processo, tali atti criminosi ledano profondamente la comunità e l’immagine stessa della città di Bitonto e quindi l’Ente ha il diritto di ottenere le restituzioni e il risarcimento dei danni subiti dai soggetti coinvolti e degli eventuali responsabili civili.
Il processo fa riferimento a quello che è successo la scorsa estate, e precisamente il 4 luglio (clicca qui per articolo https://bit.ly/3Hlkcbq). Quella mattina, infatti, una vasta operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Bari (oltre 100 i militari impiegati) a Bitonto, Palo del Colle, Cassano delle Murge, a Rimini e in diversi istituti penitenziari del territorio nazionale, con il supporto di un elicottero del sesto nucleo, dello squadrone eliportato cacciatori di Puglia e di unità cinofile del nucleo di Modugno, per chiudere il cerchio sul clan “Cipriano”, da anni egemone del centro storico bitontino e in guerra con i “Conte” per il controllo del traffico di stupefacenti. Sono stati 25 i soggetti raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in una operazione, denominata “Porta Robustina”, portata avanti dal 2017 al 2019, dal Nucleo investigativo di Bari. L’impostazione accusatoria, gli elementi raccolti dagli inquirenti e dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, hanno consentito di ricostruire le modalità esecutive di un’associazione, nell’ambito del clan Cipriano, dedita al traffico e alla commercializzazione al dettaglio di sostanze stupefacenti di vario tipo, come confermato anche dai sequestri di circa 1 kg di marijuana, 500 grammi di hashish, 400 grammi di cocaina e 90 grammi di eroina, eseguiti nel corso dell’indagine. Il tutto, con l’aggravante del metodo e delle finalità mafiose.
Il Comune ha optato la stessa modalità di azione un paio di mesi fa anche per il processo “Market drugs” ai danni di presunti affiliati del clan guidato da Domenico Conte e che vede alla sbarra circa 50 imputati.