Sono passati cinque anni da quel tragico 30 dicembre 2017, quando dalle 7.30 del mattino ci furono ben quattro sparatorie a Bitonto. L’ultima in via Le Martiri portò via Anna Rosa Tarantino, l’anziana donna di 84 anni che fu vittima innocente di un omicidio di mafia. «La sua memoria va mantenuta sempre viva», sono le parole che continuamente vengono ripetute nelle cerimonie di commemorazione. Eppure, ieri, in pochi erano presenti all’incontro a porta Robustina. Ancora una volta qualcuno ha donato la sua assenza e ha voltato le spalle ad Anna Rosa in uno di quei momenti che avrebbe dovuto richiamare tutti al rispetto e all’unione verso un unico obiettivo: il bene. È questo il messaggio lanciato dal sindaco Francesco Paolo Ricci, alla presenza di autorità civili e militari, dei rappresentanti dell’amministrazione comunale, della famiglia della vittima e di alcuni cittadini, dopo la deposizione della corona d’alloro ai piedi della targa che ogni giorno passando per porta Robustina riapre la ferita di quel fatale conflitto a fuoco di cui fu involontario e incolpevole bersaglio l’anziana concittadina. «Abbiamo fatto -si è chiesto il sindaco- tutto quello che ci siamo prefissati durante questi cinque anni? Ci sono stati dei segnali positivi, in primis quello della magistratura, che ha assicurato alla giustizia chi ha compiuto questo efferato omicidio». C’è stata attenzione anche da parte della maggior parte dei cittadini con azioni volte alla riappropriazione del territorio. «Ma possiamo fare ancora di più? Sì, certamente per combattere il fenomeno della criminalità in questa città -ha sottolineato Ricci- non dobbiamo voltarci dall’altra parte dinanzi a situazioni di illegalità, di illegittimità, che vanno contro i principi della trasparenza. Dobbiamo avere la schiena dritta, essere consapevoli delle cose giuste da fare». Il sindaco ha rinnovato il suo appello al senso di comunità: «Riappropriamoci delle piazze, dei nostri vicoli, dei luoghi dove si continua a spacciare droga. Solo allora quella parte della città che non vuole il suo bene sarà sempre più isolata e prevarrà quella delle istituzioni, del mondo della scuola, delle associazioni, dei lavoratori onesti. Solo così non resterà invano il sacrificio Anna Rosa Tarantino». Al messaggio del primo cittadino ha fatto eco anche Mons. Vito Piccinonna, neo eletto vescovo di Rieti e negli ultimi sette anni e mezzo parroco della Basilica dei Santi Medici: «Il ricordo fa guardare al passato, l’impegno, invece, al futuro. I giovani hanno bisogno della nostra presenza per costruire una direzione e una marcia, una possibile alternativa, altrimenti prevarrà il malaffare». Un’attenzione particolare da parte delle famiglie, delle scuole e parrocchie -ma non solo- va all’azione educativa e formativa. Dello stesso avviso è don Marino Cutrone che ha officiato la celebrazione eucaristica tenutasi nella chiesa di San Domenico dove i cittadini si sono diretti in un corteo silenzioso da porta Robustina. È stato richiamato nelle letture liturgiche il valore della santa famiglia affinché le sue virtù e lo stesso amore possano regnare nelle case di tutti, «un forte invito va al rispetto e onore verso i genitori -ha sottolineato il parroco-. Essere figli significa imparare l’obbedienza delle regole e a sentirsi all’interno della famiglia attenti gli uni verso gli altri, non per sopraffarlo ma per mettersi al suo servizio. Se vogliamo che le cose vadano meglio, partiamo dal nostro piccolo».