di Antonella Giannelli
Il 30 novembre 2022, alcuni ragazzi del nostro Liceo hanno realizzato un “Mercatino di Beneficenza” per l’ AIRC. Numerosi i manufatti, nati dalle passioni e dalle abilità di ciascuno: piatti di vetro rivestiti con la tecnica del decoupage, presepi creati con stecche di gelato o altro materiale di scarto, stelle di Natale e decorazioni varie. I manufatti sono andati a ruba! E i proventi saranno destinati a finanziare la ricerca. Il senso di questa iniziativa? Il senso dell’inclusione e della bellezza che ne ricaviamo, prendendo spunto dalle diverse sfaccettature dei ragazzi, che hanno imparato a conoscersi, a mettersi in gioco e ad aiutare il prossimo, abbracciandolo nel loro “mondo”.
Sono numerose le iniziative volte all’inclusione nel Liceo “C.Sylos”. Come la “Festa delle Lingue”, tenutasi, qualche giorno fa, il 17 dicembre. Un vero pomeriggio di festa in cui alunni e alunne, sapientemente preparati dai docenti di Inglese, Francese, Spagnolo e Tedesco, hanno messo in pratica le competenze acquisite negli anni e le passioni innate, spaziando dal canto al ballo, fino alla recitazione teatrale e all’allestimento di piccole mostre di meravigliosi dipinti e originali manufatti.
È proprio grazie alle numerosissime iniziative svolte nel nostro Liceo che i ragazzi comprendono quanto sia importante l’inclusione dell’altro, il riconoscerlo non come “diverso”, ma come una risorsa da cui attingere e imparare sempre qualcosa di nuovo.
Perché la scuola non insegna solo la storia o la matematica, insegna ad accogliere il compagno incondizionatamente, insegna a capirlo, ad ascoltarlo e a riconoscerlo per quello che è, senza aver bisogno di giudicarlo o cambiarlo.
È tra i banchi di scuola che i ragazzi iniziano a comprendere il significato del termine “inclusione” , riuscendo a mettersi nei panni altrui e a “vestirli” come fossero i propri.
Qui entrano in gioco le passioni, i talenti e persino i sogni, che muovono le corde del cuore di ognuno fino a guidarlo al rapporto con il compagno, in uno scambio tra pari: “mi riconosco in te perché affine ai miei interessi”.
Le passioni e i talenti vengono alimentati, vengono amplificati a scuola, fino a prendere una vera e propria “forma” che continuerà a svilupparsi nel percorso di vita futuro.
Fra le righe dello scrittore Don Lorenzo Milani si legge: “Non c’è nulla che sia ingiusto quanto fare le parti eguali fra disuguali”. Il monito di Don Milani ci mette di fronte a una considerazione importante: ogni individuo è portatore di una propria diversità da preservare e difendere.
Ed è per questo che la nostra Scuola, attraverso iniziative e progettualità, offre ai ragazzi la possibilità di “conoscersi” per poi conoscere il prossimo e apre le porte all’accoglienza, al rispetto, alla comprensione, come fosse un gioco nel quale non sentirsi mai ultimi o invisibili.
Ma chi sono gli “invisibili”?
A volte sono nascosti tra gli ultimi banchi, hanno la testa bassa e a stento incrociano il tuo sguardo, sono i più deboli, i più fragili, quelli che soffrono in silenzio senza far sentire il “rumore” del loro dolore. Sono gli emarginati, gli esclusi da un mondo omologato eppure così diverso.
Sono tutti coloro che ogni giorno affrontano una battaglia e riescono a vincerla.
Gli “invisibili” sono i malati, gli oppressi, gli interdetti, gli incompresi, chiunque viva ogni giorno situazioni in cui si percepisce come impotente e senza una via d’uscita.
Perché è difficile vedere la luce quando senti di essere al buio, sommerso costantemente dai tuoi pensieri.
Eppure una via d’uscita c’è!
Una via d’uscita che si fa spazio tra il reinserimento scolastico, tra iniziative, progetti, occasioni grazie alle quali far emergere le proprie passioni, tra le relazioni reciproche da cui si ricava qualcosa di diverso e sempre nuovo.
Una via d’uscita c’è sempre, basta solo saperla trovare. E ci sono tanti ragazzi che nella nostra Scuola, seppur apparentemente“diversi”, riescono a riconoscersi “simili”, riscoprendosi e imparando l’arte incondizionata dell’inclusione.