Una proroga fino al 31 dicembre 2024. Ma soltanto se porta risultati concreti alla collettività. Ergo, tradotto, faccia arrivare il finanziamento dal ministero per la rigenerazione urbana di via della Repubblica, uno stralcio dell’ampio progetto che riguarda le famose “tre piazze” centralissime bitontine.
È stato il Consorzio della conca barese l’oggetto di discussione più importante del Consiglio comunale di ieri, chiamato appunto a dare il disco verde o meno alla proroga. Il Consorzio, operativo effettivamente dal 1999 (ci costa all’anno diecimila euro, ndr) e nato inizialmente per dare un sostegno al mondo agricolo (leggasi “Patto territoriale”) anche se poi si è occupato di tutt’altro, deve restare in vita – si legge nel provvedimento licenziato dalla sola maggioranza – perché a febbraio ha presentato un Progetto pilota denominato “Rigenerazione economica nuovi ecosistemi Well-qualified” (acronimo Renew) a valere su un bando del ministero dello Sviluppo economico per un importo pari a quasi dieci milioni di euro quale sommatoria dei sei progetti facenti capo alle altrettanti amministrazioni comunali socie del Consorzio. Al di là del progetto in sé (da più parti è stato ribadito che lo potevano tranquillamente presentare i singoli Comuni), sono tante le perplessità emerse nella seduta.
“Carrozzone mangiasoldi”. Domenico Damascelli non le ha mandate a dire. “La Conca – ha sferzato – è un carrozzone mangiasoldi che viene utilizzato per iniziative che non hanno nessuna ricaduta utile al nostro territorio. Questo progetto poteva essere presentato in autonomia ma è stato fatto fare al Consorzio per farlo restare in vita e quindi dare poltrone agli amici degli amici. Il Consorzio deve essere cessato o il Comune deve scappare via perché sono decenni che paga perdite. Non ci stiamo a questo modo di fare vergognoso e becero”. Il sindaco Francesco Paolo Ricci ha chiarito che i finanziamenti e i progetti saranno gestiti dai singoli Comuni, ha ammesso che fin da tempo è stato ed è scettico sulla permanenza in vita, ma se il ministero dovesse dare risposta negativa, la Conca va sciolta immediatamente. E lo ha detto pure in un recente incontro (10 novembre) con tanto di verbale.
“Chi rappresenta Bitonto?”. Gran parte della discussione è stata sullo statuto della Conca e su chi effettivamente rappresenta Bitonto, questione che pare sia tutt’altro che chiara. A sollevarla è stato Francesco Natilla (ha ribadito che la Conca non abbia alcun dipendente e c’è soltanto un consulente) soffermandosi sull’articolo 18, secondo cui “nel caso in cui uno o più componenti del CdA siano stati nominati in funzione della carica ricoperta al cessare di tale incarico decadranno dalla carica di consiglieri sostituiti dal nominativo che l’Ente di appartenenza avrà indicato”. Si è chiesto, allora, se il Comune abbia comunicato che a rappresentarlo ci sia Francesco Paolo Ricci e non più l’ex sindaco Michele Abbaticchio, da cui però arrivano ancora le convocazioni. “Perché c’è ancora Abbaticchio? Quale ruolo ha nella Conca? Se non abbiamo chiarito chi sia il rappresentante, si corre il rischio di vedere gli atti firmati inficiati e non ce lo possiamo permettere”. Di parere opposto Rocco Mangini (“Strada in comune”) che si è concentrato sull’articolo 16 dello Statuto, quello del CdA ed è stata ribadita, poi, la differenza tra il CdA stesso e assemblea dei soci, due organi diversi e distinti. La confusione, insomma, è tanta tanto più che è stato lo stesso sindaco ad ammettere che si sta verificando lo statuto per chiarire tutti gli aspetti poco chiari, che non è stata fatta alcuna comunicazione alla Conca ma che, al tempo stesso, è da giugno che è normalmente convocato come sindaco di Bitonto.
Risultato finale? Il provvedimento è stato approvato dalla sola maggioranza perché l’opposizione si è data assente al momento del voto. Ma ancora tante nuvole si addensano sulla Conca.