Cestini, fiori, presepi, slittini tutti creati meticolosamente con il legno. Sono le creazioni del 23enne Giulio D’Aucelli, un ragazzo autistico di Bitonto che torna, insieme alla sua famiglia, ad aprire un mercatino domani, dalle 10.30 alle 12, in una villa dove i suoi sogni hanno finalmente preso forma. Si trova a 2 chilometri dalla città. Quando il verde si mescola al blu e la natura incontra l’arte, fiorisce un giardino di possibilità. Il riferimento non è casuale, nelle sue varie tonalità il verde può simboleggiare la speranza e la vita, il blu oltre ad essere il colore dell’autismo, richiama l’intelletto, la costanza, la serenità ed è sinonimo di una profondità tale quanto il mare che con il moto delle sue onde crea, sorprende, culla e fa innamorare. E così nella campagna in cui è immersa quella villa in cui Giulio passa parte delle sue giornate, circa cinque o sei ore, si ramifica una storia di inclusione sociale che ha avuto inizio, in realtà, anni fa quando papà Vincenzo ha deciso di lasciare il suo lavoro e seguirlo anche nel percorso scolastico. Li incontri spesso mentre camminano insieme in città, oggi è Giulio che fa strada al suo papà, gli occhi inevitabilmente brillano al solo pensiero della fortuna di avere accanto una persona di cui puoi interamente fidarti e che non ti lascerà mai sola. Crescere significa anche questo, percorrere salite e discese insieme, rendere possibili la felicità, il successo, il bene. È risultata strana a suo tempo la richiesta di papà Vincenzo all’allora dirigente Arcangelo Fornelli dell’Istituto tecnico economico “Vitale Giordano” di Bitonto di poter sedere tra i banchi della scuola accanto a suo figlio come docente, ma è previsto dal decreto legislativo 297/1994 che i genitori possano provvedere «privatamente o direttamente all’istruzione dei propri figli» per assolvere all’obbligo scolastico. Dai banchi di scuola sono passati a quelli dell’università nella facoltà barese di Agraria, ottenendo bei risultati specie in matematica, la materia in cui da sempre eccelle. Ma il percorso di Giulio aveva un’altra destinazione, la terra della serenità poco distante dalla sua Bitonto. «Abbiamo acquistato questa villa che abbiamo strutturato per svolgere diverse attività -ha raccontato Vincenzo- come la cura degli animali. Ci sono cavalli, pecore, capre, galline di cui Giulio si prende cura. Si dedica anche ad attività di orto e giardinaggio, abbiamo piantato in questo periodo piselli, fave, patate e finocchi. Si cimenta con la falegnameria. Quando è sereno, si impegna tantissimo e mostra la sua felicità». È un impiego lavorativo per lui, in cui viene seguito dal suo papà. Ha realizzato diverse creazioni che esporrà nel suo mercatino domani, dopo il successo dell’ultimo appuntamento tenutosi lo scorso 8 dicembre. Una realtà, insomma, che per il suo valore avrebbe potuto essere ancora più “grande” di quel che è, ma «la nota dolente -ha concluso Vincenzo D’Aucelli- è che abbiamo invitato le associazioni del terzo settore di Bitonto per creare una comunità ma non hanno voluto aderire».