Gli adulti fanno rumore in questo mondo frenetico di impegni, sacrifici e litigi che a volte alzano muri insormontabili. Sovrastano il canto delle meraviglie dei bambini che sanno già come lottare per la pace. Devono, d’altronde, pur farsi ascoltare in qualche modo. C’è chi lo fa disegnando amore, chi regalando un abbraccio all’improvviso, chi stupisce con “frasi da grandi”, chi scappa e commette “marachelle” che con gli anni diventano reati. «Diritto all’ascolto. Io lo conosco… e tu?». Spiazza questa domanda, vero? È conosciuta la Convenzione Onu (approvata nel 1989, ratificata nel 1991)? Contiene numerosi diritti. Le domande principalmente sono da rivolgere agli adulti. È la riflessione lanciata, giovedì, dalla cooperativa sociale Eughenia in occasione della Giornata internazionale dei diritti dei bambini e degli adolescenti che ricorre domani, celebrata anticipatamente e colorata dalle note della “Fanfara” del Comando Scuole dell’Aeronautica militare/3^ Regione Aerea, sottoufficiali e avieri musicisti diretti dal 1° Lgt. Maestro Nicola Cotugno. «Quest’anno con i ragazzi abbiamo pensato di realizzare delle sagome di bambini -ha dichiarato Patrizia Moretti, presidente della cooperativa- con i cartelli dei diritti». Sono state posizionate all’ingresso della Chiesa della Madonna del Carmelo. «La domanda posta è rivolta a noi: qual è il dovere degli adulti?». I bambini, gli adolescenti sanno perfettamente quali sono i loro diritti e trovano sempre il modo di esercitarli. Dovrebbe, però, esserci sempre qualcuno a difenderli. E, invece, il più delle volte sono soli. Passano gli anni e “sferrano come pugni al cuore” titoli di giornale che raccontano di bambini scomparsi o addirittura uccisi dai loro stessi genitori, di adolescenti arrabbiati che non conoscono parola se non la violenza e sono coinvolti sempre più in nuovi reati come il revenge porn. «Cosa si è rotto? C’è bisogno di riparare qualcosa?». È la domanda posta da Michele Bulzis, giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Bari. Molti forse penseranno che vada tutto bene, ma purtroppo non è così. A testimoniarlo sono i dati -soprattutto dalla pandemia in poi- sull’aumento di casi di bambini/adolescenti con disturbi psichiatrici, di strutture in affanno: 28 posti in Puglia son diventati troppo pochi per accogliere chi ha bisogno d’aiuto. Aumenta anche il tasso di povertà assoluta, «la nostra regione, dopo Latina, con il 30% supera il 20% della media nazionale». «Ci sono adolescenti che rispetto alla loro identità o orientamento di genere vivono la condizione di forte incertezza o smarrimento», ha aggiunto Michele Corriero, presidente provinciale Unicef. «Ci sono figli di famiglie arcobaleno i cui diritti vengono spesso discriminati». Sono i diritti del terzo millennio che «cominciano a premere soprattutto da un punto di vista socio-culturale. Stanno emergendo perché sono bisogni impliciti perché non ancora riconosciuti da un punto di vista giuridico. C’è questo fermento che noi adulti dobbiamo sapere intercettare e su cui poter riflettere in maniera seria». Qual è il mondo che tutti oggi abitano? «Il nostro dovere di adulti -ha detto il presidente provinciale Unicef- è quello di essere accanto ai ragazzi, di accompagnarli ad una scoperta della loro sessualità, della loro identità senza giudizio e valutazione perché questo significa poi negare una dimensione di diritto». Perché si moltiplicano fenomeni legati alla sessualità e non si fa nulla? Nelle scuole, nelle famiglie -come ha suggerito Corriero- si dovrebbe pensare a dare un elemento di autoregolazione nelle relazioni, a un’educazione alla sessualità, all’affettività. Bisognerebbe fare, in genere, molto di più su tutti i fronti e un altro esempio arriva dal sindaco Francesco Paolo Ricci: «Dobbiamo implementare quelle che sono le politiche dell’affido. Questa tematica è come un elastico, dovremmo affrontarla con più coraggio insieme. Va fatto un po’ di più qui perché potrebbe fungere da argine al disagio che i ragazzi stanno vivendo in questo periodo non facile». Quando ci troviamo di fronte a tutto questo, alla criminalità e alla devianza dei minori che provengono anche da contesti familiari ben strutturati (contrariamente ai pregiudizi più diffusi), «leggiamo tante cose -ha sottolineato Maria Vurchio, giudice onorario dell’equipe adozioni presso il Tribunale per i minorenni di Bari- tra cui le difficoltà dei minori di sintonizzarsi con il bisogno dell’altro quando delinquono. Forse perché qualcuno non li ha letti dentro di loro». Vien fuori una devastante fragilità che va messa nelle mani di chi può prendersene cura, ecco perché «dobbiamo tornare sul senso della genitorialità che va supportata, stimolata, accompagnata -ha concluso- per dare agli adolescenti un senso diverso della loro esistenza apprezzando il bello e sintonizzandosi con l’altro». L’invito, allora, è a pensarsi su una bilancia per trovare l’equilibrio tra diritti e doveri in un mondo di sogni possibili.
Gli adulti fanno rumore in questo mondo frenetico di impegni, sacrifici e litigi che a volte alzano muri insormontabili. Sovrastano il canto delle meraviglie dei bambini che sanno già come lottare per la pace. Devono, d’altronde, pur farsi ascoltare in qualche modo. C’è chi lo fa disegnando amore, chi regalando un abbraccio all’improvviso, chi stupisce con “frasi da grandi”, chi scappa e commette “marachelle” che con gli anni diventano reati. «Diritto all’ascolto. Io lo conosco… e tu?». Spiazza questa domanda, vero? È conosciuta la Convenzione Onu (approvata nel 1989, ratificata nel 1991)? Contiene numerosi diritti. Le domande principalmente sono da rivolgere agli adulti. È la riflessione lanciata, giovedì, dalla cooperativa sociale Eughenia in occasione della Giornata internazionale dei diritti dei bambini e degli adolescenti che ricorre domani, celebrata anticipatamente e colorata dalle note della “Fanfara” del Comando Scuole dell’Aeronautica militare/3^ Regione Aerea, sottoufficiali e avieri musicisti diretti dal 1° Lgt. Maestro Nicola Cotugno. «Quest’anno con i ragazzi abbiamo pensato di realizzare delle sagome di bambini -ha dichiarato Patrizia Moretti, presidente della cooperativa- con i cartelli dei diritti». Sono state posizionate all’ingresso della Chiesa della Madonna del Carmelo. «La domanda posta è rivolta a noi: qual è il dovere degli adulti?». I bambini, gli adolescenti sanno perfettamente quali sono i loro diritti e trovano sempre il modo di esercitarli. Dovrebbe, però, esserci sempre qualcuno a difenderli. E, invece, il più delle volte sono soli. Passano gli anni e “sferrano come pugni al cuore” titoli di giornale che raccontano di bambini scomparsi o addirittura uccisi dai loro stessi genitori, di adolescenti arrabbiati che non conoscono parola se non la violenza e sono coinvolti sempre più in nuovi reati come il revenge porn. «Cosa si è rotto? C’è bisogno di riparare qualcosa?». È la domanda posta da Michele Bulzis, giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Bari. Molti forse penseranno che vada tutto bene, ma purtroppo non è così. A testimoniarlo sono i dati -soprattutto dalla pandemia in poi- sull’aumento di casi di bambini/adolescenti con disturbi psichiatrici, di strutture in affanno: 28 posti in Puglia son diventati troppo pochi per accogliere chi ha bisogno d’aiuto. Aumenta anche il tasso di povertà assoluta, «la nostra regione, dopo Latina, con il 30% supera il 20% della media nazionale». «Ci sono adolescenti che rispetto alla loro identità o orientamento di genere vivono la condizione di forte incertezza o smarrimento», ha aggiunto Michele Corriero, presidente provinciale Unicef. «Ci sono figli di famiglie arcobaleno i cui diritti vengono spesso discriminati». Sono i diritti del terzo millennio che «cominciano a premere soprattutto da un punto di vista socio-culturale. Stanno emergendo perché sono bisogni impliciti perché non ancora riconosciuti da un punto di vista giuridico. C’è questo fermento che noi adulti dobbiamo sapere intercettare e su cui poter riflettere in maniera seria». Qual è il mondo che tutti oggi abitano? «Il nostro dovere di adulti -ha detto il presidente provinciale Unicef- è quello di essere accanto ai ragazzi, di accompagnarli ad una scoperta della loro sessualità, della loro identità senza giudizio e valutazione perché questo significa poi negare una dimensione di diritto». Perché si moltiplicano fenomeni legati alla sessualità e non si fa nulla? Nelle scuole, nelle famiglie -come ha suggerito Corriero- si dovrebbe pensare a dare un elemento di autoregolazione nelle relazioni, a un’educazione alla sessualità, all’affettività. Bisognerebbe fare, in genere, molto di più su tutti i fronti e un altro esempio arriva dal sindaco Francesco Paolo Ricci: «Dobbiamo implementare quelle che sono le politiche dell’affido. Questa tematica è come un elastico, dovremmo affrontarla con più coraggio insieme. Va fatto un po’ di più qui perché potrebbe fungere da argine al disagio che i ragazzi stanno vivendo in questo periodo non facile». Quando ci troviamo di fronte a tutto questo, alla criminalità e alla devianza dei minori che provengono anche da contesti familiari ben strutturati (contrariamente ai pregiudizi più diffusi), «leggiamo tante cose -ha sottolineato Maria Vurchio, giudice onorario dell’equipe adozioni presso il Tribunale per i minorenni di Bari- tra cui le difficoltà dei minori di sintonizzarsi con il bisogno dell’altro quando delinquono. Forse perché qualcuno non li ha letti dentro di loro». Vien fuori una devastante fragilità che va messa nelle mani di chi può prendersene cura, ecco perché «dobbiamo tornare sul senso della genitorialità che va supportata, stimolata, accompagnata -ha concluso- per dare agli adolescenti un senso diverso della loro esistenza apprezzando il bello e sintonizzandosi con l’altro». L’invito, allora, è a pensarsi su una bilancia per trovare l’equilibrio tra diritti e doveri in un mondo di sogni possibili.
Gli adulti fanno rumore in questo mondo frenetico di impegni, sacrifici e litigi che a volte alzano muri insormontabili. Sovrastano il canto delle meraviglie dei bambini che sanno già come lottare per la pace. Devono, d’altronde, pur farsi ascoltare in qualche modo. C’è chi lo fa disegnando amore, chi regalando un abbraccio all’improvviso, chi stupisce con “frasi da grandi”, chi scappa e commette “marachelle” che con gli anni diventano reati. «Diritto all’ascolto. Io lo conosco… e tu?». Spiazza questa domanda, vero? È conosciuta la Convenzione Onu (approvata nel 1989, ratificata nel 1991)? Contiene numerosi diritti. Le domande principalmente sono da rivolgere agli adulti. È la riflessione lanciata, giovedì, dalla cooperativa sociale Eughenia in occasione della Giornata internazionale dei diritti dei bambini e degli adolescenti che ricorre domani, celebrata anticipatamente e colorata dalle note della “Fanfara” del Comando Scuole dell’Aeronautica militare/3^ Regione Aerea, sottoufficiali e avieri musicisti diretti dal 1° Lgt. Maestro Nicola Cotugno. «Quest’anno con i ragazzi abbiamo pensato di realizzare delle sagome di bambini -ha dichiarato Patrizia Moretti, presidente della cooperativa- con i cartelli dei diritti». Sono state posizionate all’ingresso della Chiesa della Madonna del Carmelo. «La domanda posta è rivolta a noi: qual è il dovere degli adulti?». I bambini, gli adolescenti sanno perfettamente quali sono i loro diritti e trovano sempre il modo di esercitarli. Dovrebbe, però, esserci sempre qualcuno a difenderli. E, invece, il più delle volte sono soli. Passano gli anni e “sferrano come pugni al cuore” titoli di giornale che raccontano di bambini scomparsi o addirittura uccisi dai loro stessi genitori, di adolescenti arrabbiati che non conoscono parola se non la violenza e sono coinvolti sempre più in nuovi reati come il revenge porn. «Cosa si è rotto? C’è bisogno di riparare qualcosa?». È la domanda posta da Michele Bulzis, giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Bari. Molti forse penseranno che vada tutto bene, ma purtroppo non è così. A testimoniarlo sono i dati -soprattutto dalla pandemia in poi- sull’aumento di casi di bambini/adolescenti con disturbi psichiatrici, di strutture in affanno: 28 posti in Puglia son diventati troppo pochi per accogliere chi ha bisogno d’aiuto. Aumenta anche il tasso di povertà assoluta, «la nostra regione, dopo Latina, con il 30% supera il 20% della media nazionale». «Ci sono adolescenti che rispetto alla loro identità o orientamento di genere vivono la condizione di forte incertezza o smarrimento», ha aggiunto Michele Corriero, presidente provinciale Unicef. «Ci sono figli di famiglie arcobaleno i cui diritti vengono spesso discriminati». Sono i diritti del terzo millennio che «cominciano a premere soprattutto da un punto di vista socio-culturale. Stanno emergendo perché sono bisogni impliciti perché non ancora riconosciuti da un punto di vista giuridico. C’è questo fermento che noi adulti dobbiamo sapere intercettare e su cui poter riflettere in maniera seria». Qual è il mondo che tutti oggi abitano? «Il nostro dovere di adulti -ha detto il presidente provinciale Unicef- è quello di essere accanto ai ragazzi, di accompagnarli ad una scoperta della loro sessualità, della loro identità senza giudizio e valutazione perché questo significa poi negare una dimensione di diritto». Perché si moltiplicano fenomeni legati alla sessualità e non si fa nulla? Nelle scuole, nelle famiglie -come ha suggerito Corriero- si dovrebbe pensare a dare un elemento di autoregolazione nelle relazioni, a un’educazione alla sessualità, all’affettività. Bisognerebbe fare, in genere, molto di più su tutti i fronti e un altro esempio arriva dal sindaco Francesco Paolo Ricci: «Dobbiamo implementare quelle che sono le politiche dell’affido. Questa tematica è come un elastico, dovremmo affrontarla con più coraggio insieme. Va fatto un po’ di più qui perché potrebbe fungere da argine al disagio che i ragazzi stanno vivendo in questo periodo non facile». Quando ci troviamo di fronte a tutto questo, alla criminalità e alla devianza dei minori che provengono anche da contesti familiari ben strutturati (contrariamente ai pregiudizi più diffusi), «leggiamo tante cose -ha sottolineato Maria Vurchio, giudice onorario dell’equipe adozioni presso il Tribunale per i minorenni di Bari- tra cui le difficoltà dei minori di sintonizzarsi con il bisogno dell’altro quando delinquono. Forse perché qualcuno non li ha letti dentro di loro». Vien fuori una devastante fragilità che va messa nelle mani di chi può prendersene cura, ecco perché «dobbiamo tornare sul senso della genitorialità che va supportata, stimolata, accompagnata -ha concluso- per dare agli adolescenti un senso diverso della loro esistenza apprezzando il bello e sintonizzandosi con l’altro». L’invito, allora, è a pensarsi su una bilancia per trovare l’equilibrio tra diritti e doveri in un mondo di sogni possibili.
Gli adulti fanno rumore in questo mondo frenetico di impegni, sacrifici e litigi che a volte alzano muri insormontabili. Sovrastano il canto delle meraviglie dei bambini che sanno già come lottare per la pace. Devono, d’altronde, pur farsi ascoltare in qualche modo. C’è chi lo fa disegnando amore, chi regalando un abbraccio all’improvviso, chi stupisce con “frasi da grandi”, chi scappa e commette “marachelle” che con gli anni diventano reati. «Diritto all’ascolto. Io lo conosco… e tu?». Spiazza questa domanda, vero? È conosciuta la Convenzione Onu (approvata nel 1989, ratificata nel 1991)? Contiene numerosi diritti. Le domande principalmente sono da rivolgere agli adulti. È la riflessione lanciata, giovedì, dalla cooperativa sociale Eughenia in occasione della Giornata internazionale dei diritti dei bambini e degli adolescenti che ricorre domani, celebrata anticipatamente e colorata dalle note della “Fanfara” del Comando Scuole dell’Aeronautica militare/3^ Regione Aerea, sottoufficiali e avieri musicisti diretti dal 1° Lgt. Maestro Nicola Cotugno. «Quest’anno con i ragazzi abbiamo pensato di realizzare delle sagome di bambini -ha dichiarato Patrizia Moretti, presidente della cooperativa- con i cartelli dei diritti». Sono state posizionate all’ingresso della Chiesa della Madonna del Carmelo. «La domanda posta è rivolta a noi: qual è il dovere degli adulti?». I bambini, gli adolescenti sanno perfettamente quali sono i loro diritti e trovano sempre il modo di esercitarli. Dovrebbe, però, esserci sempre qualcuno a difenderli. E, invece, il più delle volte sono soli. Passano gli anni e “sferrano come pugni al cuore” titoli di giornale che raccontano di bambini scomparsi o addirittura uccisi dai loro stessi genitori, di adolescenti arrabbiati che non conoscono parola se non la violenza e sono coinvolti sempre più in nuovi reati come il revenge porn. «Cosa si è rotto? C’è bisogno di riparare qualcosa?». È la domanda posta da Michele Bulzis, giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Bari. Molti forse penseranno che vada tutto bene, ma purtroppo non è così. A testimoniarlo sono i dati -soprattutto dalla pandemia in poi- sull’aumento di casi di bambini/adolescenti con disturbi psichiatrici, di strutture in affanno: 28 posti in Puglia son diventati troppo pochi per accogliere chi ha bisogno d’aiuto. Aumenta anche il tasso di povertà assoluta, «la nostra regione, dopo Latina, con il 30% supera il 20% della media nazionale». «Ci sono adolescenti che rispetto alla loro identità o orientamento di genere vivono la condizione di forte incertezza o smarrimento», ha aggiunto Michele Corriero, presidente provinciale Unicef. «Ci sono figli di famiglie arcobaleno i cui diritti vengono spesso discriminati». Sono i diritti del terzo millennio che «cominciano a premere soprattutto da un punto di vista socio-culturale. Stanno emergendo perché sono bisogni impliciti perché non ancora riconosciuti da un punto di vista giuridico. C’è questo fermento che noi adulti dobbiamo sapere intercettare e su cui poter riflettere in maniera seria». Qual è il mondo che tutti oggi abitano? «Il nostro dovere di adulti -ha detto il presidente provinciale Unicef- è quello di essere accanto ai ragazzi, di accompagnarli ad una scoperta della loro sessualità, della loro identità senza giudizio e valutazione perché questo significa poi negare una dimensione di diritto». Perché si moltiplicano fenomeni legati alla sessualità e non si fa nulla? Nelle scuole, nelle famiglie -come ha suggerito Corriero- si dovrebbe pensare a dare un elemento di autoregolazione nelle relazioni, a un’educazione alla sessualità, all’affettività. Bisognerebbe fare, in genere, molto di più su tutti i fronti e un altro esempio arriva dal sindaco Francesco Paolo Ricci: «Dobbiamo implementare quelle che sono le politiche dell’affido. Questa tematica è come un elastico, dovremmo affrontarla con più coraggio insieme. Va fatto un po’ di più qui perché potrebbe fungere da argine al disagio che i ragazzi stanno vivendo in questo periodo non facile». Quando ci troviamo di fronte a tutto questo, alla criminalità e alla devianza dei minori che provengono anche da contesti familiari ben strutturati (contrariamente ai pregiudizi più diffusi), «leggiamo tante cose -ha sottolineato Maria Vurchio, giudice onorario dell’equipe adozioni presso il Tribunale per i minorenni di Bari- tra cui le difficoltà dei minori di sintonizzarsi con il bisogno dell’altro quando delinquono. Forse perché qualcuno non li ha letti dentro di loro». Vien fuori una devastante fragilità che va messa nelle mani di chi può prendersene cura, ecco perché «dobbiamo tornare sul senso della genitorialità che va supportata, stimolata, accompagnata -ha concluso- per dare agli adolescenti un senso diverso della loro esistenza apprezzando il bello e sintonizzandosi con l’altro». L’invito, allora, è a pensarsi su una bilancia per trovare l’equilibrio tra diritti e doveri in un mondo di sogni possibili.