Vladimir Putin è “buono” e parla in bitontino.
È questa la versione del leader russo che Checco Zalone sta portando nei teatri e nei palazzetti di tutta Italia, per la sua tournèe con il nuovo spettacolo “Amore + Iva”, scritto con Sergio Maria Rubino e Antonio Iammarino, al debutto l’8 novembre a Palazzo Wanny a Firenze, per toccare poi Bologna, Conegliano, Trieste, Ravenna, Torino e gli Arcimboldi di Milano per tre settimane nel periodo natalizio.
Il comico pugliese ha rivelato all’Ansa la scelta della lingua da affidare a Putin, appunto, il dialetto bitontino «o, meglio, un grammelot tra gli accenti pugliesi di provincia che assomiglia al russo».
Il suo Putin sarà inedito e buono, stando a quanto dice alla stampa, preannunciando possibili polemiche. Un leader buono che rende omaggio a Charlie Chaplin e al suo dittatore buono che ricordava Hitler.
Nello spettacolo il tema delle donne è centrale, ma ci sarà «una parte di sano maschilismo, perché abbiamo al governo una donna e il pubblico apprezza tantissimo».
La storia narrata è quella «di una signora che a febbraio voleva adottare una famiglia ucraina, ma era disperata perché erano finite: alla onlus le avevano detto che erano rimaste solo quelle siriane». Ci sarà poi la questione migranti «o, meglio, il tema dell’integrazione, affrontato con il punto di vista di Mendel, padre della genetica». Il tutto, promette, con sberleffo e satira politicamente scorretta, Lo spettacolo è prodotto da Arcobaleno Tre e MZL, con l’organizzazione generale di Lucio e Niccolò Presta. Il tour durerà un anno e ha già venduto 100mila biglietti solo su Ticketone.
«Parlo di adozioni, diritti civili, tra momenti pungenti e temi scottanti. non ci si annoia. Mi aspetto le polemiche, le stroncature sane» racconta Zalone incontrando la stampa a Firenze alla vigilia dell’esordio e ribadendo la sua voglia di stuzzicare: «Nello spettacolo propongo la storia di una famiglia arcobaleno che adotta un bambino in un orfanotrofio di Predappio. Come andrà a finire?».