Ormai, il canovaccio è sempre il medesimo. I leoncelli sputano l’anima sul prato groviera, azzannano tacchetti e garretti altrui, poi bastano un’amnesia, un episodio, un’inezia, e la partita per il Bitonto si fa ineluttabile tragedia. È capitato anche contro il Nardò dell’ex Nicola Ragno, ora appaiato al Casarano alla terza piazza del girone. Mister Valeriano Loseto scombussola un poco l’undici di partenza con Petrarca a difesa dei sette metri e spiccioli fatidici, Silletti e Gomes baluardi centrali, Carullo e Riefolo pendolini, Spinelli facitor di gioco con Clemente e Mariani a far legna, davanti il fantasista tascabile Taurino alle spalle di Figliolia e Chiaradia avanzato e a piede invertiti. Il tecnico molfettese mette insieme con arguzia un manipolo di filibustieri scafati: Viola in porta, cintura difensiva con Urquiza, Lanzolla, Mengoli; Ciracì, Agnello e Polichetti a menar le danze, Dambros e Gjonaj minaci davanti. Subito, d’improvviso, due lampi nel grigiore, in sessanta secondi, all’8′, da un lato, Agnello irrompe in area e sfolgora un destro che si stampa sulla traversa. Dall’altro, Taurino si invola sulla sinistra e spara un rasoterra che incoccia nella base del palo. Al 20′, Lanzolla da trenta metri: sfera su via Chiancarello Tre minuti e Gjonai ci prova di destro con medesimo esito. A dieci primi dall’intervallo, stop e mezza girata del trequartista tarantino, blocca Viola. Dopo la pausa: cliché invariato. Sette minuti e incornata di Figliolia che scivola sul fondo. Al 10′ l’evento che griffa il fato del match: Silletti esce maldestro dalla difesa, Polichetti scodella al centro e avambraccio di Gomes: dal dischetto Gjonai spiazza Petrarca. I leoni ruggiscono malcerti. Minuto 21: Maffei si divincola dai mastini e calcia, Viola rimedia in tuffo. A sei dallo scadere, attimi di pregevole volley in area granata, il signor Gavini resta afono. Subito dopo, traversone di Mariani da sinistra, Moscelli la spizza fuori. Primo di recupero: Orlando intercetta il pallone e tira fulmineo, Petrarca la inchioda sulla zolla. Estremo sussulto della gara all’ultimo respiro: volée dal limite di Taurino, cuoio che sibila accanto all’incrocio. Finisce così, con i neretini festanti all’unisono con gli sparuti sostenitori e gli imberbi neroverdi che sciamano fuori dal campo affranti e a capo chino. E domenica prossima li attende la nobile vorace Cavese…