Siccome l’obiettivo è stimolare la crescita economica del nostro territorio, favorendo la nascita e l’implementazione di nuove iniziative imprenditoriali di micro, piccole, medie e grandi imprese, nazionali ed estere infatti tutto questo coinvolgerà la zona Pip (così come ha detto il sindaco Francesco Paolo Ricci), mai più incontro, allora, fu più utile. Perché? Le opportunità di sviluppo sono molteplici grazie alla Zona economica speciale (Zes) che, nata nel 2017, dopo anni di problemi e difficoltà, è pronta a decollare e a far volare l’intero sistema economico pugliese in primis e meridionale poi.
Cosa sono le Zes, allora? Ce lo spiega, nel libro “Una nuova visione di sviluppo” del 2020 e nel successivo “La rinascita economica” dell’anno scorso, Antonio Stragapede, moderatore dell’incontro di giovedì e fortemente voluto dall’amministrazione comunale. Si tratta di aree, individuate nelle Regioni meridionali, istituite per favorire la creazione di condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi, che consentano lo sviluppo delle imprese già operanti, nonché l’insediamento di nuove imprese in dette aree. La Puglia ne ha due: quella Adriatica (in cui fa parte Bitonto con la zona artigianale e che si estende dalla nostra Regione – eccezion fatta per la provincia di Taranto – fino al Molise) e quella “Ionica”, che invece arriva in Basilicata. La Zes Adriatica interessa circa 3400 ettari di territorio, di cui 2.900 in Puglia. Ma perché è così vantaggioso investire nella Zes? Lo ha chiarito Manlio Guadagnuolo, da pochi mesi commissario straordinario della Zes Adriatica, davanti ai tanti imprenditori che hanno riempito la sala degli specchi. E allora: la presenza di burocrazia amica delle imprese; un commissario unico interlocutore per le imprese interessate agli investimenti; una Autorizzazione unica (a tal riguardo, dal 5 settembre è stato lancio lo Sportello unico digitale) che assorbe e sostituisce tutte le precedenti autorizzazioni, evitando alle imprese gravosi “pellegrinaggi” presso i vari Enti; tempi certi, rapidi e più che dimezzati per le risposte, anche in materia di variante urbanistica; importanti agevolazioni fiscali, quali il credito d’imposta a valere sull’intero valore dell’investimento (pari al 45 per cento per le piccole, 35 per cento per le medie e 25 per cento per le grandi imprese), la riduzione dell’Ires del 50 per cento, vantaggi derivanti dalla riduzione/azzeramento degli oneri comunali grazie ai kit localizzativi (in corso di definizione tra il Commissario Zes e i Comuni interessati), i contratti di sviluppo, “il pacchetto Zes”. E c’è anche di più, perché da un lato è stato ribadito che le proposte possono abbracciare tutti i campi, da quello manifatturiero a quello commerciale passando persino per quello sportivo; dall’altro c’è in ballo la fondamentale questione della riperimetrazione (ci sarebbero da perimetrare ancora 260 ettari rispetto a un primo lavoro fatto nel 2018), che porterebbe vantaggi per altre imprese e magari ingresso di altri Comuni (vedasi Giovinazzo, che mercoledì ne parla in Consiglio comunale).
E Bitonto? La nostra città ci è dentro con la Zona artigianale (71 ettari), che però – ed è stata la voce del responsabile del settore Territorio, Giampiero Di Lella – è da qualche mese impegnata con la conversione in Area produttiva paesaggisticamente ed ecologicamente attrezzata e quindi è impegnata su questo duplice fronte. Nel nuovo Piano urbanistico generale (Pug), anche grazie magari alla riperimetrazione, si darà importanza a quella parte di città che si estende sulla sp.231 in direzione Modugno e cesserà quella zona tipizzata tra Bitonto e Giovinazzo.