Le cose che abitano il tempo del digitale sembrano esistere in una società liquida, come avrebbe detto Zygmunt Bauman, e una realtà evanescente se non fosse per chi ha ancora il coraggio di dare anima e corpo a ciò che magari, a differenza dell’uomo che il più delle volte è preso dal suo frenetico tram tram e dalla vanità del suo ego, ha ancora “orecchie” discrete per ascoltare. E così che è nata un’“intervista impossibile”, poi diventata possibile grazie alla sapiente e ironica penna dell’autrice Mariella De Santis in “La ministeriale”. Si tratta del suo ultimo libro presentato, giovedì, in anteprima nazionale a Mariarte e che «fa parte di una collana -ha sottolineato- di interviste impossibili, tra gli altri oggetti animati v’è una segnaletica stradale». A darle il benvenuto la presidente Maria Cucinella che ai numerosi amanti della letteratura, giunti nella casa delle arti, ha introdotto il racconto come il risultato del connubio tra realtà e fantasia. «È presente l’elemento fiabesco», ha fatto notare Cucinella. Dai soldatini dello “Schiaccianoci e il re dei topi” di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann a “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi o tante altre storie raccontate nelle produzioni Disney, infiniti sarebbero gli esempi per rendere l’idea di quello che si potrebbe rintracciare tra le pagine dell’autrice, alcune delle quali sono state lette e interpretate dagli attori Michele D’Amore e Piergiorgio Meola di Okiko The Drama Company. «Dopo una ricerca meticolosa -ha dichiarato De Santis- ho scelto di animare una scrivania impertinente». D’un tratto, nel racconto prende vita, si rivela epifanicamente e poi «diventa la fata turchina della fiaba di Pinocchio nel momento in cui scava a fondo nell’animo del suo intervistatore (il suo alter ego) per farlo riflettere sulla sua personale storia d’amore invitandolo a considerarla da una diversa angolatura», ha detto Giuseppina Cucinella, docente e relatrice insieme al direttore del da Bitonto Mario Sicolo durante l’evento di giovedì. A dare voce a questo oggetto abbandonato per strada, sotto gli occhi disattenti di molti passanti, è allora l’ex cronista Michele che “inciampa” in un “mondo di cassetti” che nascondono ipocrisie, meschinità, opportunismo, segreti e ambizioni di uomini al potere. Decide di “osservarla meglio” e da qui parte la sua esilarante avventura dall’Unità d’Italia ai tempi più recenti. «Michele smitizza personalità inappuntabili all’apparenza, deputate alla gestione pubblica», ha sottolineato Giuseppina Cucinella. Sono individuabili tre elementi cardini del libro per la docente come la curiosità, elemento propulsore della conoscenza, e l’illusione di potere sempre attingere la verità da documenti universalmente attendibili quali possono essere le narrazioni storiche. «Il processo più genuino di formazione dell’essere umano -ha aggiunto- che personalmente impara a conoscere meglio se stesso dalla benefica casualità del quotidiano». Tutto quello che la scrivania “dichiara” fa forse capire al giornalista che il suo mestiere l’avrebbe dovuto fare meglio e offre una preziosa chiave di lettura della realtà. «Lo scrittore ha il compito di lavorare sull’eccedente della verità», ha spiegato De Santis. E così è successo in questo racconto dal finale inatteso e che lascia spazio a molte riflessioni, per alcuni civiche, per altri a tratti anche pedagogiche. Una cosa è certa, «personalmente -ha detto l’autrice- la scrittura mi rende libera di vivere la mia vita e non quella di qualcun altro». In cantiere, ci sono progetti importanti per De Santis. Presto saranno resi noti dettagli su una nuova pubblicazione con la Secop edizioni.
Le cose che abitano il tempo del digitale sembrano esistere in una società liquida, come avrebbe detto Zygmunt Bauman, e una realtà evanescente se non fosse per chi ha ancora il coraggio di dare anima e corpo a ciò che magari, a differenza dell’uomo che il più delle volte è preso dal suo frenetico tram tram e dalla vanità del suo ego, ha ancora “orecchie” discrete per ascoltare. E così che è nata un’“intervista impossibile”, poi diventata possibile grazie alla sapiente e ironica penna dell’autrice Mariella De Santis in “La ministeriale”. Si tratta del suo ultimo libro presentato, giovedì, in anteprima nazionale a Mariarte e che «fa parte di una collana -ha sottolineato- di interviste impossibili, tra gli altri oggetti animati v’è una segnaletica stradale». A darle il benvenuto la presidente Maria Cucinella che ai numerosi amanti della letteratura, giunti nella casa delle arti, ha introdotto il racconto come il risultato del connubio tra realtà e fantasia. «È presente l’elemento fiabesco», ha fatto notare Cucinella. Dai soldatini dello “Schiaccianoci e il re dei topi” di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann a “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi o tante altre storie raccontate nelle produzioni Disney, infiniti sarebbero gli esempi per rendere l’idea di quello che si potrebbe rintracciare tra le pagine dell’autrice, alcune delle quali sono state lette e interpretate dagli attori Michele D’Amore e Piergiorgio Meola di Okiko The Drama Company. «Dopo una ricerca meticolosa -ha dichiarato De Santis- ho scelto di animare una scrivania impertinente». D’un tratto, nel racconto prende vita, si rivela epifanicamente e poi «diventa la fata turchina della fiaba di Pinocchio nel momento in cui scava a fondo nell’animo del suo intervistatore (il suo alter ego) per farlo riflettere sulla sua personale storia d’amore invitandolo a considerarla da una diversa angolatura», ha detto Giuseppina Cucinella, docente e relatrice insieme al direttore del da Bitonto Mario Sicolo durante l’evento di giovedì. A dare voce a questo oggetto abbandonato per strada, sotto gli occhi disattenti di molti passanti, è allora l’ex cronista Michele che “inciampa” in un “mondo di cassetti” che nascondono ipocrisie, meschinità, opportunismo, segreti e ambizioni di uomini al potere. Decide di “osservarla meglio” e da qui parte la sua esilarante avventura dall’Unità d’Italia ai tempi più recenti. «Michele smitizza personalità inappuntabili all’apparenza, deputate alla gestione pubblica», ha sottolineato Giuseppina Cucinella. Sono individuabili tre elementi cardini del libro per la docente come la curiosità, elemento propulsore della conoscenza, e l’illusione di potere sempre attingere la verità da documenti universalmente attendibili quali possono essere le narrazioni storiche. «Il processo più genuino di formazione dell’essere umano -ha aggiunto- che personalmente impara a conoscere meglio se stesso dalla benefica casualità del quotidiano». Tutto quello che la scrivania “dichiara” fa forse capire al giornalista che il suo mestiere l’avrebbe dovuto fare meglio e offre una preziosa chiave di lettura della realtà. «Lo scrittore ha il compito di lavorare sull’eccedente della verità», ha spiegato De Santis. E così è successo in questo racconto dal finale inatteso e che lascia spazio a molte riflessioni, per alcuni civiche, per altri a tratti anche pedagogiche. Una cosa è certa, «personalmente -ha detto l’autrice- la scrittura mi rende libera di vivere la mia vita e non quella di qualcun altro». In cantiere, ci sono progetti importanti per De Santis. Presto saranno resi noti dettagli su una nuova pubblicazione con la Secop edizioni.
Le cose che abitano il tempo del digitale sembrano esistere in una società liquida, come avrebbe detto Zygmunt Bauman, e una realtà evanescente se non fosse per chi ha ancora il coraggio di dare anima e corpo a ciò che magari, a differenza dell’uomo che il più delle volte è preso dal suo frenetico tram tram e dalla vanità del suo ego, ha ancora “orecchie” discrete per ascoltare. E così che è nata un’“intervista impossibile”, poi diventata possibile grazie alla sapiente e ironica penna dell’autrice Mariella De Santis in “La ministeriale”. Si tratta del suo ultimo libro presentato, giovedì, in anteprima nazionale a Mariarte e che «fa parte di una collana -ha sottolineato- di interviste impossibili, tra gli altri oggetti animati v’è una segnaletica stradale». A darle il benvenuto la presidente Maria Cucinella che ai numerosi amanti della letteratura, giunti nella casa delle arti, ha introdotto il racconto come il risultato del connubio tra realtà e fantasia. «È presente l’elemento fiabesco», ha fatto notare Cucinella. Dai soldatini dello “Schiaccianoci e il re dei topi” di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann a “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi o tante altre storie raccontate nelle produzioni Disney, infiniti sarebbero gli esempi per rendere l’idea di quello che si potrebbe rintracciare tra le pagine dell’autrice, alcune delle quali sono state lette e interpretate dagli attori Michele D’Amore e Piergiorgio Meola di Okiko The Drama Company. «Dopo una ricerca meticolosa -ha dichiarato De Santis- ho scelto di animare una scrivania impertinente». D’un tratto, nel racconto prende vita, si rivela epifanicamente e poi «diventa la fata turchina della fiaba di Pinocchio nel momento in cui scava a fondo nell’animo del suo intervistatore (il suo alter ego) per farlo riflettere sulla sua personale storia d’amore invitandolo a considerarla da una diversa angolatura», ha detto Giuseppina Cucinella, docente e relatrice insieme al direttore del da Bitonto Mario Sicolo durante l’evento di giovedì. A dare voce a questo oggetto abbandonato per strada, sotto gli occhi disattenti di molti passanti, è allora l’ex cronista Michele che “inciampa” in un “mondo di cassetti” che nascondono ipocrisie, meschinità, opportunismo, segreti e ambizioni di uomini al potere. Decide di “osservarla meglio” e da qui parte la sua esilarante avventura dall’Unità d’Italia ai tempi più recenti. «Michele smitizza personalità inappuntabili all’apparenza, deputate alla gestione pubblica», ha sottolineato Giuseppina Cucinella. Sono individuabili tre elementi cardini del libro per la docente come la curiosità, elemento propulsore della conoscenza, e l’illusione di potere sempre attingere la verità da documenti universalmente attendibili quali possono essere le narrazioni storiche. «Il processo più genuino di formazione dell’essere umano -ha aggiunto- che personalmente impara a conoscere meglio se stesso dalla benefica casualità del quotidiano». Tutto quello che la scrivania “dichiara” fa forse capire al giornalista che il suo mestiere l’avrebbe dovuto fare meglio e offre una preziosa chiave di lettura della realtà. «Lo scrittore ha il compito di lavorare sull’eccedente della verità», ha spiegato De Santis. E così è successo in questo racconto dal finale inatteso e che lascia spazio a molte riflessioni, per alcuni civiche, per altri a tratti anche pedagogiche. Una cosa è certa, «personalmente -ha detto l’autrice- la scrittura mi rende libera di vivere la mia vita e non quella di qualcun altro». In cantiere, ci sono progetti importanti per De Santis. Presto saranno resi noti dettagli su una nuova pubblicazione con la Secop edizioni.
Le cose che abitano il tempo del digitale sembrano esistere in una società liquida, come avrebbe detto Zygmunt Bauman, e una realtà evanescente se non fosse per chi ha ancora il coraggio di dare anima e corpo a ciò che magari, a differenza dell’uomo che il più delle volte è preso dal suo frenetico tram tram e dalla vanità del suo ego, ha ancora “orecchie” discrete per ascoltare. E così che è nata un’“intervista impossibile”, poi diventata possibile grazie alla sapiente e ironica penna dell’autrice Mariella De Santis in “La ministeriale”. Si tratta del suo ultimo libro presentato, giovedì, in anteprima nazionale a Mariarte e che «fa parte di una collana -ha sottolineato- di interviste impossibili, tra gli altri oggetti animati v’è una segnaletica stradale». A darle il benvenuto la presidente Maria Cucinella che ai numerosi amanti della letteratura, giunti nella casa delle arti, ha introdotto il racconto come il risultato del connubio tra realtà e fantasia. «È presente l’elemento fiabesco», ha fatto notare Cucinella. Dai soldatini dello “Schiaccianoci e il re dei topi” di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann a “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi o tante altre storie raccontate nelle produzioni Disney, infiniti sarebbero gli esempi per rendere l’idea di quello che si potrebbe rintracciare tra le pagine dell’autrice, alcune delle quali sono state lette e interpretate dagli attori Michele D’Amore e Piergiorgio Meola di Okiko The Drama Company. «Dopo una ricerca meticolosa -ha dichiarato De Santis- ho scelto di animare una scrivania impertinente». D’un tratto, nel racconto prende vita, si rivela epifanicamente e poi «diventa la fata turchina della fiaba di Pinocchio nel momento in cui scava a fondo nell’animo del suo intervistatore (il suo alter ego) per farlo riflettere sulla sua personale storia d’amore invitandolo a considerarla da una diversa angolatura», ha detto Giuseppina Cucinella, docente e relatrice insieme al direttore del da Bitonto Mario Sicolo durante l’evento di giovedì. A dare voce a questo oggetto abbandonato per strada, sotto gli occhi disattenti di molti passanti, è allora l’ex cronista Michele che “inciampa” in un “mondo di cassetti” che nascondono ipocrisie, meschinità, opportunismo, segreti e ambizioni di uomini al potere. Decide di “osservarla meglio” e da qui parte la sua esilarante avventura dall’Unità d’Italia ai tempi più recenti. «Michele smitizza personalità inappuntabili all’apparenza, deputate alla gestione pubblica», ha sottolineato Giuseppina Cucinella. Sono individuabili tre elementi cardini del libro per la docente come la curiosità, elemento propulsore della conoscenza, e l’illusione di potere sempre attingere la verità da documenti universalmente attendibili quali possono essere le narrazioni storiche. «Il processo più genuino di formazione dell’essere umano -ha aggiunto- che personalmente impara a conoscere meglio se stesso dalla benefica casualità del quotidiano». Tutto quello che la scrivania “dichiara” fa forse capire al giornalista che il suo mestiere l’avrebbe dovuto fare meglio e offre una preziosa chiave di lettura della realtà. «Lo scrittore ha il compito di lavorare sull’eccedente della verità», ha spiegato De Santis. E così è successo in questo racconto dal finale inatteso e che lascia spazio a molte riflessioni, per alcuni civiche, per altri a tratti anche pedagogiche. Una cosa è certa, «personalmente -ha detto l’autrice- la scrittura mi rende libera di vivere la mia vita e non quella di qualcun altro». In cantiere, ci sono progetti importanti per De Santis. Presto saranno resi noti dettagli su una nuova pubblicazione con la Secop edizioni.