(di Donato Rossiello, Nico Fano)
A partire da metà agosto tra gli investitori è tornato a prevalere un clima di generale pessimismo dovuto principalmente all’inasprimento delle politiche da parte delle Banche Centrali, determinate a contrastare l’inflazione anche a costo di penalizzare per un po’ la crescita. Ed ecco che a settembre è proseguito l’andamento ribassista nei mercati azionari; l’indice MSCI AC World ha archiviato il terzo trimestre consecutivo in flessione (non accadeva dal 2008), del -7,27%, chiudendo su nuovi minimi dell’anno (-26,69%). Ma a registrare andamenti simili con performance negative nel periodo sono quasi tutti gli indici principali. Ad esempio lo statunitense S&P 500 segna un calo mensile del -9,3%, l’europeo Stoxx Europe 600 del -6,6%.
Da inizio 2022 un tema ricorrente in ambito valutario resta il vigoroso rafforzamento del dollaro, il quale riflette sia le criticità del contesto economico e geopolitico internazionale che l’approccio aggressivo della Federal Reserve rispetto alle altre Banche Centrali (soprattutto asiatiche, BoJ e PBoC in primis).
Nell’ultimo periodo sui mercati finanziari segnaliamo dunque elevati livelli di “stress”, vedasi importanti indicatori come il sentiment degli investitori retail. Ci attende una fase ancora volatile e incerta nei prossimi mesi, con rallentamento della crescita o al peggio una moderata recessione. Nessuna forte contrazione economica – è bene sottolinearlo! L’inflazione, seppur meno rapidamente del previsto e in maniera non uniforme, sta rallentando. In chiave prospettica sono evidenti quei chiari segnali di decelerazione, dal calo prezzi delle materie prime, all’allentamento dei colli di bottiglia nelle catene di fornitura globali, sino alla diminuzione delle attese d’inflazione da parte degli stessi operatori economici e finanziari. Dopo rapidi aggiustamenti e il parziale alleggerimento del passo da parte delle Banche Centrali ci si avvierà verso una stagione di maggiore stabilità.
In Europa gli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina stanno giocando un ruolo critico. Il governo sovietico ha di fatto interrotto i flussi di fornitura attraverso gasdotti nevralgici, condizionandone la ripresa alla rimozione delle sanzioni subite. Sebbene il ricatto energetico russo è destinato a fallire, ciò si riflette sugli ingenti costi energetici, che intaccano spesa e fiducia di consumatori o imprese, aumentando i rischi al ribasso per le prospettive di crescita. Si fanno insistenti le necessità di sostegno a persone/aziende vulnerabili con misure temporanee per attenuare i rischi disoccupazione (sul modello SURE adottato in pandemia), oltre ai già stanziati Green Deal, REPowerEU e NextGenerationEU. Molte iniziative pubbliche sono state avviate, altre arriveranno…
Siano benvenute tutte quelle reazioni virtuose, dai nostri comportamenti quotidiani riducendo i consumi superflui, alla riorganizzazione dei turni aziendali (l’ormai noto smart working).
La storia insegna, le crisi si superano grazie al connubio tra sacrifici iniziali e di progresso, con una sana propensione alle innovazioni volte all’efficientamento.