Ci saranno anche il Comune di Terlizzi e le associazioni ambientaliste del territorio al fianco di Bitonto nella battaglia contro Fer.live (e la Città Metropolitana di Bari).
Oggi, il TAR deciderà sulla regolarità della Conferenza di Servizi dello scorso giugno, con la quale l’ente di via Spalato ha dato via libera al progetto di realizzare un bacino di smaltimento di rifiuti speciali, non pericolosi, in contrada Colaianni.
I progetti sulla cava, in territorio di Bitonto, ma vicinissima al confine con Terlizzi e Sovereto, non piacerebbero neanche alla comunità della città dei fiori. Il sindaco Michelangelo De Chirico ha infatti deciso di conferire mandato legale per tutelare gli interessi della cittadinanza. L’ente, assistito dall’avvocato Rossella Chieffi, professionista esperta in materia ambientale, darà quindi man forte al Comune di Bitonto, rappresentato dal prof. Vincenzo Caputi Jambrenghi.
Una collaborazione non inedita, in realtà. Già del 2018, insieme avevano potuto gioire del no del Consiglio di Stato alla Fer.live, che allora progettava una discarica di materiali ferrosi.
L’intervento “ad adiuvandum” di Terlizzi nel giudizio pendente dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia, si va ad aggiungere a quello già presentato da Ambiente è Vita Bitonto.
“Fin dalla prima seduta della Conferenza di Servizi della Città Metropolitana di Bari per la concessione dell’AIA alla discarica Fer.Live, abbiamo chiesto e ottenuto l’inserimento nel procedimento per poter seguirne dall’interno lo sviluppo, presentando le nostre osservazioni – spiegano i volontari dell’associazione -. All’indomani della chiusura, a giugno, della CdS a favore dell’impianto, abbiamo deciso, senza esitazioni, che avremmo perseguito la strada giudiziaria”.
Come già successo nel 2017, anche loro si sono affidati all’avvocato Chieffi, che gode anche del supporto, con analisi e osservazioni, di Legambiente Terlizzi “Amici di Vito e Clara”, Puliamo Terlizzi aps e Comitato di quartiere Sovereto. “Questa sinergia ha già consentito al territorio di salvarsi dal primo progetto Fer.Live. Oggi siamo ancora insieme a tutela del nostro territorio” hanno scritto i volontari in una nota, dove rimarcano l’illegittimità del provvedimento della Conferenza di Servizi.
Tesi condivisa da “Ambiente è Vita”, che già quattro mesi fa aveva chiesto ai consiglieri metropolitani di sottoscrivere un’istanza per chiedere verifiche sulla procedura, e dal Comune di Bitonto.
A non convincere Palazzo Gentile, che già si è rivolto, ma invano, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sarebbe in particolare il verbale di chiusura che, per volere del dottor Armando Diamanti, ha natura di provvedimento. Oltre che il mancato interesse circa le posizioni contrarie dello stesso ente e dell’Autorità di Bacino, che avrebbe sottolineato anche il rischio di veder inquinata la falda acquifera. L’AIA, inoltre, sarebbe stata accordata sulla base di una Valutazione di Impatto Ambientale, ormai superata. La stessa, benché prorogata, è datata 2011, quando il progetto di Fer.live era diverso da quello attuale.
Ora la cava non dovrebbe raccogliere materiali ferrosi, ma fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane e/o industriali, anche di fuori regione, che sprigionerebbero biogas.
Con buona pace dell’ente di via Spalato, pronto persino a difendere la sua scelta, con l’avvocato Giovanni D’Innella, anche al TAR. E con il silenzio assordante della Regione Puglia, mai intervenuta, nonostante le sollecitazioni, sull’argomento.