Da don Nicola Cotrone, parroco di Cristo Re Universale, riceviamo e volentieri pubblichiamo.
“Il complesso “Santa Maria della Chinisa” (sec. XV) ha subito nel corso dei secoli numerose ristrutturazioni e trasformazioni ed in particolare, con le leggi di soppressione degli ordini religiosi di fine ‘800, il convento e la chiesa furono incamerati dallo Stato perché potesse sorgere un ospedale civile.
Nel 1964 la chiesa fu restituita alla diocesi perché sorgesse la nuova parrocchia; nella seconda metà del secolo scorso, cessando il servizio presso il suddetto nosocomio la comunità religiosa “Figlie della Carità” (le suore vincenziane), i locali occupati dalle religiose venivano riconsegnati alla parrocchia ma non alcune opere: tela raffigurante San Vincenzo de’ Paoli (Antonio De Feoli 1856) tela raffigurante l’immacolata Concezione (ignoto pittore meridionale prima metà del XIX secolo) dipinto raffigurante la Madonna col Bambino (Antonio De Robertis 1838) Queste opere d’arte, per motivi di sicurezza, erano custodite finora presso la Direzione dell’ospedale e, quindi, completamente nascoste al grande pubblico.
Da un’interlocuzione avviata dalla parrocchia, con l’assenso dell’Arcidiocesi, si è fatto presente alla Direzione Generale dell’ASL BA che sarebbe stato bello che queste preziose testimonianze di fede, arte e storia, potessero essere esposte nella chiesa così da favorire ad un maggiore pubblico la possibilità di essere ammirate e venerate; inoltre, esposte nella chiesa di santa Maria della Chinisa (oggi parrocchia Cristo Re Universale), sarebbero rimaste nei luoghi dove queste erano vissute ormai da tempo e che un trasferimento in un museo ne avrebbe privato il legame con la storia dell’intero complesso conventuale e delle suore che per decenni hanno servito il nostro ospedale civile. Si è sottoscritto un comodato d’uso gratuito perché le opere, restando di proprietà della ASL Bari, possano essere fruibili da un grande pubblico per motivi di culto e di interesse storico-artistico in maniera permanente.
Auspichiamo che sempre più, anche attraverso l’arte, la nostra comunità cittadina possa crescere in umanità e fraternità e, per coloro che credono, possano essere testimonianza viva dell’amore verso Dio delle generazioni che ci hanno preceduto e che si sono spese gratuitamente per il bene di tutti”.