La Puglia fu tra le prime regioni, in Italia, a sperimentare la violenza dello squadrismo fascista. Era il 25 settembre 1921 quando, a Mola di Bari, due colpi di pistola uccisero il conversanese Giuseppe Di Vagno. A sparare, un gruppo fascisti legati al deputato cerignolano Peppino Caradonna. Di Vagno fu il primo parlamentare ad essere assassinato dai fascisti. Solamente tre anni dopo, a Roma, a regime ormai instaurato, sarebbe stato ucciso Giacomo Matteotti. Delitto di cui, tra sei mesi, ricorrerà il centenario. Come visse la regione quel periodo inquieto? Cosa accadde nel tacco d’Italia negli anni che anticiparono la dittatura? Come affrontò la regione l’avvento del regime?
Domande a cui si prova a dare risposta tra le pagine di “La passione e le idee. La Puglia antifascista da Giuseppe Di Vagno a Giacomo Matteotti”, l’ultimo libro di Giovanni Capurso, scrittore, storico e studioso del pensiero meridionalista.
Edito da Progedit, il volume racconta, in vista dell’anno “matteottiano”, quell’acceso confronto di idee tra i principali protagonisti dell’antifascismo pugliese, in un’epoca turbolenta come quella tra la crisi delle istituzioni liberali e l’avvento della dittatura di Benito Mussolini, tra l’assassinio di Di Vagno e quello di Matteotti, quando l’Italia fu «calpestata e disonorata da una banda di assassini» per dirla con le parole di Gaetano Salvemini.
“La passione e le idee” si pone in continuità con la precedente opera dell’autore, “La ghianda e la spiga”, su Di Vagno e sulle origini del fascismo e, tracciando i profili paralleli di due personaggi accomunati dalla stessa drammatica sorte, punta a recuperare un vuoto di memoria che, per l’autore, «ebbe inizio il giorno in cui il parlamentare socialista Giuseppe Di Vagno subì l’agguato mortale dopo un comizio a Mola di Bari e si concluse il giorno del rapimento e dell’omicidio di Giacomo Matteotti».
Consultando documenti inediti e fonti sino ad oggi poco utilizzate, il nuovo libro di Capurso, più che dilungarsi nella cronaca di eventi che sono stati già abbondantemente raccontati in lungo e in largo dalla storiografia nazionale, si concentra su quello che successe in quegli anni in Puglia, regione che, per l’importanza nell’economia italiana della sua produzione agricola, ha avuto una rilevanza maggiore, rispetto ad altre aree del Mezzogiorno, nella vita della nazione. Intrecciando la storia nazionale alle vicende regionali, Capurso analizza il ruolo del padronato agrario che fu vero ispiratore, promotore e organizzatore del fascismo pugliese e dello squadrismo, fortemente antisocialista, in un territorio che aveva dato i natali a figure chiave del riformismo socialista come Gaetano Salvemini e Tommaso Fiore e dove era molto forte la presenza del proletariato operaio e bracciantile. L’autore, inoltre, fa notare come la realtà della Puglia, insieme a quella dell’Emilia, costituì un vero e proprio laboratorio politico per un fascismo che, con i suoi metodi violenti, fu in grado di fare scuola in tutta Italia, come scrisse in modo ironico, a novembre 1922, il giovane Piero Gobetti: «Chiediamo le elezioni coi mazzieri, non solo in Puglia, ma a Torino e a Milano».
Capurso non si limita però a ricostruire lo scontro tra fascisti e antifascisti, ma riscopre anche la lotta interna allo stesso movimento fascista per la conquista del potere. Lotta portata avanti anche attraverso il trasformismo che, come successo già in passato e come sarebbe successo anche in futuro, consentì a molti di transitare agevolmente da un capitolo all’altro della storia d’Italia. Si racconta, inoltre, di quel ricco dibattito che vide coinvolti personaggi di spicco della politica dell’epoca e del primo antifascismo, tra i quali Tommaso Fiore, Gaetano Salvemini, Guido Dorso, Giustino Fortunato, Piero Delfino Pesce. Un dibattito che, nonostante il buio della dittatura, consentì alle idee di cui Di Vagno e Matteotti erano portatori di rimanere accese, sopravvivendo alla violenza della repressione per trasformarsi, più avanti negli anni, in Resistenza.
L’autore Giovanni Capurso è nato a Molfetta nel 1978. Scrive per numerosi periodici e blog culturali. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo La vita dei pesci (Lecce 2017), Il sentiero dei figli orfani (Viterbo 2019) e La ghianda e la spiga (Bari 2021). Ha partecipato a diverse collettane tra cui L’omicidio politico di un socialista (Catanzaro 2022) e I due maestri del Sud in “Caro, don Gaetano” (Bari 2022).