Il 12 e il 13 giugno 2004 si torna a votare. Due furono gli appuntamenti elettorali: quello per il rinnovo del parlamento europeo e quello per l’elezione del consiglio provinciale e del presidente della Provincia di Bari.
Le europee del 1999 avevano portato all’elezione del primo e, finora, unico europarlamentare bitontino nella storia del consesso, Giovanni Procacci, eletto nelle fila del Democratici di Prodi con 3948 voti. Nel 2004 Procacci l’esponente dell’Ulivo tentò la ricandidatura con la lista n.17 “Uniti nell’Ulivo”, risultando il secondo dei non eletti con 94793 voti. Nonostante quella dell’Ulivo fosse stata la lista più suffragata, sia a livello nazionale che locale. In Italia conquistò il 31,09%, seguita da Forza Italia (20,92%), Alleanza Nazionale (11,51%), Rifondazione Comunista (6,06%), Unione di Centro (5,89%), Lega Nord (4,97%), Federazione dei Verdi (2,46%), Comunisti Italiani (2,42%), Lista Emma Bonino (2,25%), lista Di Pietro Occhetto (2,13%), Socialisti Uniti (2,03%), Udeur (1,29%) e altre liste minori.
Sotto la spinta della presenza di un candidato concittadino, per giunta europarlamentare uscente, a Bitonto l’Ulivo conquistò il 43,73%, seguita da Forza Italia (15,67%), Alleanza Nazionale (11,63%), Unione di Centro (5,05%), Rifondazione Comunista (5,02%), lista Di Pietro Occhetto (4,21%), Udeur (1,98%), Federazione dei Verdi (1,58%), Comunisti Italiani (1,28%) e altre liste minori.
Per il collegio Italia meridionale ad essere eletto fu il giornalista Michele Santoro.
«Purtroppo, l’assurdo meccanismo di attribuzione dei seggi alle europee ha fatto sì che il collegio del sud, dei 19 deputati spettanti, ne esprimesse soltanto 17. Per chi, alla lista “Uniti nell’Ulivo non è scattato il sesto seggio che avrebbe consentito sin da ora l’elezione di Enzo Lavarra, accanto alla mia, per una precedente intesa con Santoro» commentò sul Da Bitonto Procacci, che aggiunse: «Potremo certamente entrare tra due anni, ma io credo di proiettare il mio impegno anche istituzionale verso la politica nazionale».
Ma per ritornare tra i banchi dell’Europarlamento le attese furono minori del previsto. Il 19 ottobre 2002, Santoro si dimise e ritornò alla sua carriera televisiva, partecipando, nella sua prima apparizione dopo la breve esperienza a Strasburgo, al programma Rockpolitik, condotto da Adriano Celentano. Al suo posto entrò proprio Procacci. Ma anche lui, l’anno dopo, si dimise, per candidarsi al Senato alle politiche del 2006.
Al centrosinistra andò anche la vittoria alle provinciali, con i Democratici di Sinistra che conquistarono la maggiore percentuale di consensi.
Presidente divenne l’imprenditore Vincenzo Divella, noto nel settore molitorio e della pastificazione. Eletto al primo turno, raccolse il 52,8% dei voti contro il 42% del suo principale avversario Francesco Amoruso, candidato del centrodestra.
Fu sostenuto da una maggioranza costituita da DS, Margherita, Socialisti Autonomisti (poi confluiti nel Partito Democratico), Rifondazione Comunista, Udeur, Sdi, Verdi, Italia dei Valori e Comunisti Italiani. Contro di lui, il già citato Amoruso, appoggiato da Alleanza Nazionale, Forza Italia, Nuovo Psi, Unione di Centro, Azzurro Popolare, Partito Repubblicano Italiano, Liberal Sgarbi, Movimento Idea Sociale Rauti, Popolari per la Puglia. E, ancora, Alfonso Pisicchio, con Rinnovamento Puglia e Patto Segni Scognamiglio, e Antonio Dell’Omo, per Alternativa Sociale.
Tre furono i consiglieri eletti dai collegi di Bitonto I e Bitonto II – Palo del Colle: Pasquale Picciariello (Sdi), Nicola Terlizzese (Margherita), assessore uscente di Palo del Colle, e Grazia Carlucci (Verdi). Con la nomina assessorile per Picciariello (Bilancio) e Terlizzese (Viabilità), entrarono, poi, Antonio Sblendorio (Ds) e Giacomo Schiraldi (Margherita).
«Per la Provincia, una richiesta prioritaria: il completamento della Poligonale» fu l’appello del Da Bitonto alla nuova giunta provinciale: «Al Presidente della Provincia dott. Vincenzo Divella Bitonto dovrebbe chiedere con forza e determinazione (così come hanno già detto i tre consiglieri eletti) il completamento della Poligonale». Un’opera che, ancora, oggi, la città attende.