Torna l’incubo discarica in Contrada Colaianni. La società Fer.Live ha avanzato la proposta di realizzazione di un altro tipo di struttura. il Comitato “Ambiente è Vita” monitora la situazione, analizzando la situazione nel dettaglio.
“Scopriamo la nuova proposta di impianto Fer.Live
Lo abbiamo annunciato ed è notizia ormai diffusa: è in fase di analisi, da parte degli enti pubblici competenti, la richiesta, da parte della Fer.Live srl, di realizzazione di una discarica presso la stessa cava per cui era stato respinto il precedente progetto di impianto di trattamento di rifiuti metallici.
Mettendo da parte le nostre idee e senza preconcetti ideologici, cerchiamo di esaminare i documenti, già presenti nel precedente articolo riguardante la nuova richiesta di impianto da parte della Fer.Live, verificando nel dettaglio l’essenza della nuova istanza.
La richiesta è conseguenza del parere favorevole della Provincia di Bari di Valutazione di Impatto Ambientale n.858 del 30.12.2011, per il precedente progetto che prevedeva anche la discarica, oltre al trattamento rifiuti poi bocciato nel 2018 dal Consiglio di Stato.
Per cui, alla Fer.Live basterebbe stralciare dal progetto la parte riguardante il trattamento e richiedere l’Autorizzazione di Impatto Ambientale alla Città Metropolitana di Bari per il solo bacino energetico secondario, nello stesso sito in Contrada Colaianni.
La domanda di AIA è stata inviata il 16 Novembre 2020 e riguarda la realizzazione di un bacino di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.
Successivamente alle note della Città Metropolitana di Bari, il 18 Febbraio 2021 vengono inoltrati dalla società alcuni elaborati modificati in base alle richieste dell’ente. Trattasi di documenti pubblici visionabili attraverso questo link.
Nella relazione tecnica si afferma che lo stop al precedente progetto è dovuto al divieto, contenuto nel Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali della Regione Puglia, ad impianti di trattamento e smaltimento rifiuti all’interno di aree agricole, ed esclusivamente a questi tipi di impianti. Di conseguenza si asserisce che “pacificamente” sono ammesse le discariche, che anzi sarebbero necessarie in Puglia per via della produzione costante di rifiuti speciali a livello locale, conferiti in stragrande maggioranza nelle discariche di Brindisi e Taranto.
In particolare, il diniego dell’AIA al precedente progetto era motivato da vincoli paesaggistici come la Lama di Macina e una scarpata nelle vicinanze della cava sottoposta anch’essa a prescrizioni dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico regionale. Ma, secondo la relazione della società, il nuovo piano paesaggistico PPTR della Regione Puglia supera questi vincoli.
Un dubbio. Con la decadenza delle restrizioni paesistiche che vigevano prima in quella zona, cosa vieterebbe in futuro alla Fer.Live di richiedere autorizzazione per un nuovo progetto impianto di rifiuti ferrosi?
Né pare sussistano limiti imposti dal Comune di Bitonto: l’area, secondo il PRG, ricade in zona destinata al verde agricolo (E/1) in cui sono permessi opere di riconosciuto interesse regionale. Nel progetto sono previste 3 grosse vasche divise da pozzi di percolato che occupano la parte a Est della cava.
I codici CER dei rifiuti conferiti in discarica sono sensibilmente diminuiti rispetto ai 52 del progetto iniziale, e inseriti altri relativi a rifiuti urbani. Tutti materiali direttamente avviabili allo stoccaggio secondo i criteri fissati dal Decreto 27 Settembre 2010 e aggiornati con D.M. 24/06/2015.
È previsto anche un impianto di captazione e combustione del biogas che si forma nel corpo rifiuti, con successiva produzione di energia elettrica da immettere nella rete elettrica nazionale, la cui potenza termica nominale non dovrebbe essere superiore a 3 MW, quindi autorizzata da procedura semplificata secondo il DM 05 febbraio 1998. Nella relazione viene menzionata la Sentenza n. 5065/2018 del Consiglio di Stato, che ha visto partecipare anche il comitato Ambiente È Vita.
Noi non ci fidiamo della società per il comportamento adottato in occasione delle varie vicissitudini relative al vecchio progetto e dopo la sentenza. Al di là del nostro parere, attendiamo le considerazioni di un tecnico e di un legale rispetto al progetto in sé.
In ogni caso, continueremo a seguire attentamente la vicenda”.