Quello che avrebbero fatto lo abbiamo raccontato qualche settimana fa (clicca qui per articolo https://bit.ly/3CUCBYD). C’è chi si sarebbe occupato di custodia e manutenzione del verde e delle aree mercatali di patrimonio pubblico, supportando i Servizi pubblici locali nella pulizia e igiene delle stesse. Altri di assistenza del turista-cittadino nella fruizione dei beni comuni. Qualcun altro dovrà incentivare la cultura del differenziare, per riuscire a contenere i costi dell’indifferenziato, sempre più gravosi sulle tasche dei cittadini. E non mancheranno anche quelli che se la vedranno con l’attivazione di lavori di pubblica utilità per la custodia e piccole manutenzioni del cimitero cittadino.
Chi sono? (Alcuni) percettori del reddito di cittadinanza, che da ieri mattina hanno iniziato a lavorare per la collettività grazie ai Progetti utili (i cosiddetti Puc), ossia tutte quelle attività, obbligatorie sia parte dei Comuni sia da chi li deve svolgere, di titolarità dei Comune, utili alla collettività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni e da intendersi come attività di restituzione sociale per coloro che ricevono il beneficio del Rdc e rappresentano un’occasione di inclusione e di crescita per i beneficiari e per la collettività.
E hanno iniziato dalla periferia, dalla zona artigianale con lo sfalcio delle erbe spontanee sui marciapiedi.
Le maestranze saranno impiegate per almeno otto ore settimanali e fino a un massimo di 16 ore settimanali, e saranno gestite dalla Sanb dopo un accordo con il Comune. Le attività previste non sono in alcun modo assimilabili ad attività di lavoro subordinato o parasubordinato o autonomo e non sono sostitutive di quelle ordinarie. La mancata partecipazione ai progetti da parte dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza comporta(va) la decadenza dal beneficio.
“La legge e le condizioni sociali attuali non rendono facile il tragitto per arrivare qui – sottolinea il sindaco Michele Abbaticchio rispondendo anche a coloro che hanno accusato Palazzo Gentile di essersi mosso in ritardo -. Occorre infatti elaborare innumerevoli progetti, chiedere autorizzazione a enti esterni tra i quali INPS, caricare tutti i dati in un portale specifico, caricarsi finanziariamente tutti gli oneri fiscali e previdenziali come Comune o suoi partner, sottoporre i cittadini selezionati a visite mediche che, spesso, indicano la non idoneità lavorativa a causa di malattie pregresse”.
“I progetti (quattro le macroaree trovate: “Viviamo Bitonto”, “Facilitatori ecologici”, “La nostra storia”, e “Cittadinanza attiva”, ndr) – afferma il primo cittadino ai nostri taccuini – partiranno man mano che gli organismi deputati facciano i controlli e le ispezioni. Per adesso abbiamo i primi quattro percettori (avrebbero dovuto essere 13, ma ben nove sono stati ritenuti inabili al lavoro), poi, nei prossimi giorni e settimane, verranno chiamate 20-30 persone per volta fino ad arrivare a 300 nei prossimi sei mesi”.