Il 12 giugno 2016 uno scontro tra treni sulla tratta Bari Barletta delle Ferrovie del Nord Barese portò via le vite di 23 persone. Una data che rimarrà per sempre fissa nella memoria di tutti i pugliesi, per quella tragedia inaspettata, improvvisa. Un colpo al cuore, di quelli che lasciano segni perenni. 23 vite spazzate via all’improvviso, mentre vivevano la propria quotidianità. Dal contadino colpito dai detriti mentre si trovava nei terreni limitrofi al ragazzino tornato da appena due giorni da quel viaggio tanto desiderato in Giappone e ansioso di raccontare la sua bella esperienza agli amici. A lui, nei giorni scorsi, i fratelli hanno dedicato una residenza artistica nelle campagne di Corato.
L’incidente è stato commemorato, oltre che nelle città coinvolte dal disastro, a Bari alle 11,05 (orario dello scontro tra i due convogli) dal sindaco Antonio Decaro che ha deposto una corona di fiori, insieme ai primi cittadini delle comunità coinvolte, dinanzi la lapide commemorativa all’interno del perimetro della fontana di piazza Moro.
Chi fa cronaca ricorda bene quella mattinata concitata. Una mattinata tranquilla, come tutte le altre, fino alle 11.05, quando i due treni si scontrarono. Le prime notizie frammentarie e imprecise, come è naturale che sia nella cronaca di eventi come questo, la ricerca spasmodica di aggiornamenti e le preoccupazioni per chi quella tratta la faceva quotidianamente. E, ancora, quella terribile conta dei morti che continuava a salire, arrivando anche a raggiungere dati falsati, maggiori della realtà, già tragica di suo. Arrivò, ad un certo punto, la notizia che i morti fossero 27, per poi scendere a 23, il dato reale.
La corsa, insieme ai colleghi, verso il luogo dell’incidente, in quelle campagne battute dal sole, che solitamente donano la vista di paesaggi meravigliosi, ma che quel giorno restituivano solo un’atmosfera macabra, con quel che restava dei treni in lontananza, le tende allestite nelle vicinanze e l’esercito di soccorritori e forze dell’ordine che tentava di evitare che la tragedia fosse più ampia. Il ministro Delrio che giunse nel primo pomeriggio sul luogo della catastrofe, dirigendosi vicino quella grossa tomba di lamiere contorte.
Un’atmosfera cupa, triste, difficile da dimenticare.