«Non oltraggiare questa città, poiché essa è la pupilla degli occhi miei e i cittadini sono figli miei. Io la difenderò!». Sono le parole con cui secondo la tradizione la Vergine Santa avrebbe fermato il generale spagnolo Montemar intenzionato a mettere a ferro e fuoco la città all’indomani della battaglia di Bitonto (svoltasi il 25 maggio 1734 e di cui è ricorso il suo 287° anniversario).
A ricordare queste parole è stato il nostro vicario generale Mons. Domenico Ciavarella, ieri sera nell’omelia della Messa serale in Concattedrale.
«Non oltraggiare questa città», è l’invito rivolto anche oggi a ciascuno cittadino perché c’è ancora tanta violenza, prepotenza, clientelismo, sporcizia, mancanza di rispetto e senso civico.
“Occorre cercare di creare relazioni fraterne – ha detto Mons. Ciavarella-, di rispetto di armonia, perché la città è di tutti non è «mia», è di tutti; cerchiamo di coltivare queste relazioni fra cittadini, socializzando, cerchiamo di educare i figli, i nipoti a questo senso civico. Dobbiamo capire insieme come ricreare questi rapporti di solidarietà, per essere cittadini che rispettano il proprio ambiente, la propria terra e la amano”.
La festa in onore della Vergine Immacolata, bellissima madre che ha protetto e continua a proteggere la pupilla degli occhi suoi ricorda di affidarsi a lei che “Ci indica in Cristo quella luce di cui abbiamo tanto bisogno in questo tempo di ricostruzione del post pandemia; è una luce, una gioia che non possiamo darci da noi stessi; è un dono. E Maria ci assicura che questo dono materno non ci mancherà”, ha concluso Mons. Ciavarella.
E questo suo dono va accolto con cura, da vecchi e giovani che non smettono di omaggiarla dal profondo del loro cuore specie in questo buio periodo pandemico in cui tutti hanno bisogno della loro Vergine Madre.
“Come aurora tu sorgi su questa città che da sempre ti invoca, non si è mai inteso che invocando te tutta bella non siano mai state inesaurite le suppliche”, così ha narrato, durante la messa celebrata ieri mattina in Cattedrale, Arcangelo Grumo interpretando la preghiera del popolo.
E confidando nella Patrona della città, perciò, “Risvegliati oh augusta Bitonto, di ulivi fregiata, di storia onorata, risvegliati in questo giorno solenne, è festa. Già vedi la veste d’oro effondere per le vie della città, i tratti imperscrutabili della tua Signora -continua la preghiera-, la Vergine sposa, lei tra fiori e ardite trame floreali danza, ondeggia quasi come in una danza nuziale”.
“Sappiamo che anche noi possiamo e dobbiamo fare molto di più -ha aggiunto don Ciccio Acquafredda, che durante la Supplica all’Immacolata di ieri mattina-, ci deve stare a cuore la responsabilità delle nostre azioni, l’amore al dovere quotidiano, il servizio gratuito e generoso con il tuo sì hai permesso alla provvidenza eterna di entrare nella tua storia e da allora mai ti sei stancata di essere madre di tutti”.
Sotto la sua protezione tutti potranno continuare a scoprire e custodire la bellezza della città, senza oltraggiarla quindi, con lo stesso amore e la stessa dolcezza dei piccoli della scuola elementare “V. F. Cassano” che al termine della Supplica hanno omaggiato la Vergine Maria posando dei fiori sull’altare, al suo cospetto.
Seguendo il loro esempio, che non si rendano vane queste suppliche.