Amarezza, è quello che si prova nel leggere il racconto che un cittadino ha voluto condividere sul suo profilo social. “Una passeggiata spericolata di mezza estate nella mia città”, scrive. Già dalle prime parole si può evincere l’epilogo della sua storia che sfortunatamente agli occhi di molti “non è più qualcosa di straordinario” a Bitonto: rifiuti, smog, delinquenza, incivili che sfrecciano su bici elettriche e non risparmiano minacce.
“Gli scopi della mia passeggiata post cena erano due: andare a vedere Porta Baresana illuminata da un proiettore, ma soprattutto inseguire la luna piena che in nottata sarebbe diventata “rosso sangue” e cercare di immortalarla con le mie foto accanto a qualche monumento cittadino.
Imboccai via Repubblica, anticamente chiamata via dello shopping, oggi via dello smog; la fila delle macchine era già lunga abbastanza: dal cinema Coviello fino al semaforo e procedevano ordinatamente a passo d’uomo. Mi posizionai meglio la mascherina sul viso, ma non per difendermi dal virus. I bambini in carrozzino, invece, erano nella giusta posizione: ad altezza delle marmitte. La monotonia del lungo corteo fu rotta dall’arrivo di una decina (non meno di nove!) di nuovi barbari su biciclette elettriche che sfrecciarono ai due lati del corteo o zigzagando tra le auto in movimento emettendo ululati fuoriditesta maneskiniani.
Davanti alla famosa Porta bitontina, illuminata a colori, che immette nel borgo antico, mi fermai per scattare alcune foto. Poi oltrepassai la porta e mi ritrovai in Piazza della Baraonda: una calca incredibile. Caronte mi aiutò a traghettare oltre quella marea umana schiamazzante. Anche i posti a sedere davanti ai locali erano tutti occupati. Ne uscii indenne e mi avviai verso il Teatro Umberto avendo come meta un sopralluogo alla chiesa di S. Francesco la Scarpa la cui facciata era stata restaurata da poco. Sul più bel sagrato delle chiese cittadine c’era una mezza scolaresca di scuola media o del primo liceo che si tiravano morsi sulle labbra, alcune di loro ostentavano sigarette come fumatori incalliti. Più avanti mi soffermo ad osservare un cagnolino che saltella per fare la pipì proprio su un panno steso in strada ad asciugare su uno stendino: al terzo tentativo ce la fa!
Anche in piazza Cattedrale i posti a sedere davanti ai locali sono tutti occupati ordinatamente. Finalmente rivedo la luna tra l’obelisco della madonnina e la facciata della bellissima cattedrale romanico-pugliese. La foto che scatto è un dipinto!
Arrivo alla libreria Raffaello e mi immetto sulla stradina dalla quale si vede il Torrione: la luna è proprio su di esso, tento una foto, ma il satellite terrestre è semicoperto da nuvolette.
In quel mentre una motoretta ad alta velocità proveniente da tergo per poco non m’investe; avevo sentito il rombo avvicinarsi ed avevo fatto in tempo a saltare sul marciapiedi. La strada è piena di adolescenti. Il mio disorientamento viene captato da una volante della polizia che lentamente mi si avvicina nella stessa direzione della moto. Si ferma accanto a me; il poliziotto di destra abbassa il finestrino. “Tutto tranquillo, signore?” mi chiede. “Sì sì tutto a posto; per poco non mi investiva” gli dico. “È diventata una città difficile” mi dice ancora il poliziotto in tono calmo, quasi mortificato per quel che poteva succedermi, quasi a chiedermi scusa per non averlo potuto evitare. “Il fatto è che sono adolescenti” gli dico ancora. “Grazie e buon lavoro” lo saluto. “Grazie a lei” mi risponde di rimando e ripartono.
Appena l’auto della polizia lentamente si allontana, quattro ragazzi sui sedici-diciott’anni mi si avvicinano in tono minaccioso ed uno di loro alzando il pugno verso di me mi fa: “Tu r fotografòie na ra da fèue. Si capòite?!”. Rimango interdetto, ma non impaurito, mentre la rabbia monta dentro di me. Mi trattengo dall’attaccar briga: è quello che vogliono i nuovi barbari per dimostrare che esistono.
Me ne torno a casa sconsolato. Questa è diventata la mia città. Sodoma e Gomorra. La MIA città oltraggiata dalla maleducazione, dalla violenza gratuita e immotivata. La MIA città chiassosa e sporca. La MIA città preda dei nuovi barbari.
Mi sono sempre sforzato di mostrare il lato positivo della MIA città, la parte bella. Ma anche l’ottimismo ha un limite”.