Siamo quasi alla fine di questo secondo lockdown e i dati che emergono da studi effettuati dal Consiglio nazionale degli psicologi raccontano di livelli di stress elevati e in crescita per la maggior parte della popolazione. Il dato che fa maggiormente riflettere è il calo della preoccupazione per il Covid a fronte dell’aumento del peso psicologico causato dalla mancanza o dalla perdita di lavoro e di rapporti interpersonali, in particolare con figli e colleghi di lavoro, e in generale per la mancanza di benessere psicofisico soggettivo.
Il monitoraggio è iniziato nell’ottobre 2019 e proseguito sino ad oggi dal Centro Studi del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi in collaborazione con l’Istituto Piepoli. Nella rilevazione del 27 aprile è emerso che il 39% della popolazione ha un livello di stress elevato, con un calo dell’emergenza Coronavirus (dal 58% di febbraio-marzo al 40%) e un incremento di stress riguardo la condizione economica (oggi al 31% contro un 25% degli ultimi mesi) e del peso di fattori psicorelazionali (rapporti familiari, con i figli, con i colleghi di lavoro, benessere soggettivo) oggi al 21% contro un 15%.
“Avevamo già contezza della difficoltà di gestione emotiva di cui il Covid ha sovraccaricato le fasce più fragili, ma oggi siamo in grado di stabilire quanto immaginavamo con dati precisi: alle donne e ai giovani è toccato pagare le conseguenze psicologiche più importanti” afferma il presidente dell’Ordine degli psicologi di Puglia Vincenzo Gesualdo a fronte di questi nuovi dati, commentati anche dal Consiglio nazionale.
“Le donne, soprattutto le mamme, si sono sovraccaricate di lavoro senza poter contare su valvole di sfogo esterne alla casa e alla famiglia” prosegue Gesualdo. “Oltre al lavoro da svolgere in casa, per chi ne ha uno, hanno dovuto seguire lo studio dei figli, la gestione delle tensioni che evidentemente sono state amplificate dalle restrizioni e dalla convivenza forzata, e tutte le incombenze domestiche”.
Gesualdo sottolinea che “per i più giovani probabilmente è stato un carico ancora più pesante non potendo svolgere le normali attività con i propri amici, fondamentali per la crescita in fase adolescenziale per la formazione del proprio carattere e della crescita nella società. Moltissimi di loro sono talmente isolati da aver dichiarato di non aver più voglia di uscire nemmeno quando si potrà. Sono spaventati e bloccati, e questo inficerà certamente la capacità relazionale di alcuni di loro”.
Gli aspetti psicorelazionali non sono più una conseguenza dello stress causato dal Covid, bensì’ sono diventati la causa stessa dello stress. “Questo tocca la nostra categoria in maniera particolare poiché in molti casi affidarsi ad uno specialista per recuperare il benessere psicofisico si rivela una scelta difficile da affrontare ma che può regalare un vero risveglio per la mente e per il corpo e dare nuova energia per accettare noi stessi, affrontando il nostro presente con nuova consapevolezza” conclude Gesualdo.