L’Osservatore Romano organo ufficiale della Santa Sede ha pubblicato un articolo intitolato Nella Cattedrale di Bitonto una comunità mariana ai piedi della “tota pulchra” a firma del teologo bitontino prof. Giuseppe Cannito con un’ampia recensione a carattere storico, devozionale e confraternale nel custodire gelosamente il culto all’Immacolata, proclamata Patrona di Bitonto dal 17 novembre 1703.
In prossimità delle Feste Patronali 2021 in questo mese mariano nella Cattedrale presso l’abside troneggia la statua dorata dell’Immacolata, l’altare è stato ornato di tappezzeria con un sontuoso parato e con composizioni di addobbi floreali.
Nel primo ingresso pastorale in Cattedrale mons. Giuseppe Satriano arcivescovo di Bari-Bitonto il 13 febbraio 2021 ha sostato in atteggiamento orante dinanzi all’effige dell’Immacolata, ricevendo il cordiale saluto dal sindaco dott. Michele Abbaticchio, poi l’accoglienza gioiosa con parole di gratitudine da don Giovanni Giusto vicario episcopale territoriale, il parroco della Concattedrale don Ciccio Acquafredda ha donato all’arcivescovo un pregevole arazzo di stoffa pregiata napoletana, con la riproduzione dell’immagine dell’Immacolata assorta in cielo.
Si evince nell’Archivio Storico della Curia Vescovile, nei Registri degli Atti Capitolari Confraternali e nel pregevole libro mariano: “Immacolata Concezione icona della chiesa” con il patrocinio di mons. Francesco Cacucci arcivescovo emerito di Bari-Bitonto, di cui è autore il prof. Giuseppe Cannito presidente emerito dell’Arciconfraternita, che la scultura lignea dell’Immacolata fu realizzata nel 1681 da un artista napoletano ignoto su istanza dell’Arciconfraternita, con l’assenso del Capitolo Cattedrale e l’approvazione del vescovo mons. Francesco Antonio Gallo, il simulacro fu portato per la prima volta in processione dai confratelli per le vie della città di Bitonto l’8 dicembre 1681.
L’artista raffigurò il volto solare dell’Immacolata in giovane età nello splendore della sua giovinezza in riferimento al passo evangelico “Benedetta tu fra le donne” (Lc1,42), la raffigurazione della visione celestiale si ispirò dall’Apocalisse “Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto ai suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle” (Ap 12,1).
Colpisce profondamente lo sguardo della Beata Vergine Maria che è leggermente rivolto verso destra, è assorta verso il cielo, il volto solare è bruno (nigra sum sed formosa), i capelli neri sciolti sulle spalle, gli splendidi occhi sono rivolti verso il cielo, il manto dorato si libra sulla schiena in atto ascensionale e sotto ai suoi piedi c’è la mezza luna.
La Madonna indossa un abito accademico sontuoso a motivo della sua provenienza dal mondo orientale, è di colore dorato simbolo della sua divinità, stretto intorno alla vita da una sottile cintura con un fiocco centrale, l’abito è ricoperto prevalentemente da fiori di colori verde e rosso che indicano la festa, i suoi piedi schiacciano la testa di un serpente infernale, con le fauci spalancate e i denti a vista immerso in una nube, alle spalle della scultura c’è una grande raggiera che con il suo fascio di raggi dorati irradia di luce splendente tutta la sacra immagine.
Le mani della Vergine Maria sono congiunte in atteggiamento orante, ha tra le mani un giglio d’oro simbolo di purezza e castità, ha sul capo una splendida corona aurea in oro tempestata da pietre preziose, sormontata da una colomba simbolo teologico dello Spirito Santo che le dona il potere taumaturgico, in quanto è la Regina Ecclesia Bituntinenses.
La città di Bitonto è ritenuta Civitas Mariae, la sua sacra immagine ha colmato chiese, strade, piazze, case, scuole, luoghi di lavoro perché portatrice nei secoli di divinae gratiae.