«Il balzo in avanti dei socialisti, che ora sono il più forte partito di Bitonto, non dovrebbe modificare la situazione amministrativa, visto che i partiti della sinistra hanno, nel complesso, migliorato le posizioni. Quindi, se manterranno le promesse elettorali, dovrebbero rinnovare la collaborazione. Ma, a Bitonto, […] i socialisti (e con loro i socialdemocratici) hanno anche la possibilità di cambiare alleanze, ritornando a quella collaborazione con la Dc che avevano interrotto cinque anni fa. E la trattativa si annuncia, sin da ora, incerta».
Scriveva così, nell’edizione del 23 giugno 1981, la Gazzetta del Mezzogiorno, in un articolo a firma di Biagio Fanelli dal titolo “Minervino a sinistra. Bitonto – Il Psi stacca tutti”. Un articolo pubblicato all’indomani delle elezioni amministrative del 21 e del 22 giugno, in cui si sottolineava la «notevole crescita dei socialisti, che hanno fatto registrare un balzo in avanti sia dove erano al potere con gli altri partiti della sinistra (Ruvo e Bitonto), che dove lo erano con la Dc (Rutigliano)». E si riportava la lieve flessione della Dc (passando dal 33.9% delle amministrative del ’76 al 31.1%, perse un seggio) e il crollo del Pci (dal 26.4% al 19.3%), che quell’anno perse tre seggi, «e tutti a Bitonto, dove, negli ultimi cinque anni, aveva governato insieme a socialisti, socialdemocratici e indipendenti di sinistra».
Un risultato che la Gazzetta definì “il dato più interessante nella provincia di Bari”.
«Il vento francese soffia anche sulla Puglia» titolò il quotidiano pugliese, individuando una continuità tra l’avanzata dei socialisti francesi, che, alle politiche del 10 maggio, avevano ottenuto una grande vittoria che portò all’elezione a presidente di François Mitterand. E una stagione fortunata la vivevano anche i socialisti italiani, che, dal ’76, stavano vivendo la svolta avviata dal segretario Bettino Craxi. Svolta che, nell’83, avrebbe portato lo stesso Craxi alla presidenza del Consiglio dei Ministri.
«A Bitonto il Psi diventa il partito di maggioranza relativa» scrisse ancora in prima pagina. Fino a quel momento, infatti, pur stando all’opposizione, era stata la Dc ad essere partito di maggioranza relativa con i suoi 14 seggi del ‘76. In vista dell’appuntamento elettorale dell’81, lo scudo crociato puntava ad allargare i consensi in modo da non consentire la riconferma della giunta di centrosinistra. Pur criticando duramente l’amministrazione uscente e i governi socialisti che si erano insediati negli anni precedenti a Palazzo Gentile, la Dc, tuttavia, si disse pronta alla collaborazione con Psi e Psdi: «Noi non siamo per l’isolamento. Siamo disponibili per una collaborazione seria con Psi e Psdi. Siamo pronti a servire il paese a non a servirci del paese. Prima di essere politici, siamo bitontini».
Ma la diminuzione dei consensi rappresentò per il partito cattolico una dura sconfitta. In calo anche il Msi, che rispetto al 6.8% del ’76, che aveva garantito ben tre seggi, vide scendere i consensi ottenendo il 4.5% e un solo seggio.
Insieme ai socialisti, anche i socialdemocratici ebbero una crescita, passando, nell’allora aula consigliare allestita nella Sala degli Specchi di Palazzo Gentile, da uno a tre seggi. Dal 4.3% di cinque anni prima, passarono al 7.3%, conquistando 3 seggi (due in più).
«Sul Psdi non ha pesato la vicenda P2» aggiunse ancora la Gazzetta, con riferimento allo scandalo P2. Nel marzo di quell’anno, infatti, a seguito di una perquisizione nella villa di Licio Gelli, ad Arezzo, fu ritrovata la lista degli iscritti alla loggia segreta, tra cui figurava anche il segretario socialdemocratico Pietro Longo.
Lieve crescita anche per il Partito Repubblicano, che dal 3.7 passò al 4.1%.
La vittoria socialista portò alla nomina a sindaco del socialista Girolamo Larovere, che succedette ad Emanuele Masciale e che rimase in carica fino a febbraio 1985, quando fu sostituito da Antonio Pazienza, a seguito dell’entrata in consiglio provinciale al posto del dimissionario Gianvito Mastroleo.
Girolamo Larovere fu il sindaco che si trovo ad accogliere papa Giovanni Paolo II, nella storica visita del febbraio ’84.