Prima il boato, poi il crollo. Morì così il 24 agosto del 2015, sotto le macerie, Francesco Panzarino l’operaio di 58 anni di Bitonto, travolto dal solaio dello stabile di via Leonardo Da Vinci, a Santa Maria di Leuca, dove stava eseguendo alcuni lavori di ristrutturazioni per l’azienda edile per cui lavorava: l’Arc costruzioni di Palombaio (una frazione di Bitonto). Ricordiamo che grande fu il cordoglio e fu proclamato anche il lutto cittadino. Subito, all’epoca dei fatti, il pubblico ministero Massimiliano Carducci iscrisse nel registro degli indagati il datore di lavoro, Anna Agostinacchio, il direttore delle opere, Vincenzo Paolo Bagnato, e il responsabile della sicurezza, Leonardo Campa, dipendenti del comune di Castrignano del Capo. L’iscrizione avvenne anche sulla base delle informative stilate dai carabinieri della compagnia locale, e dagli uomini dello Spesal (acronimo di Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, un settore del dipartimento di prevenzione delle Asl), che in casi come questi svolgono a tutti gli effetti funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria e conducono le indagini relative agli infortuni sul lavoro. Terribili, infatti, sono risultate le foto delle diverse perizie effettuate sul luogo della tragedia. Dell’inchiesta è emerso che gli operai stavano lavorando su un muro portante che non era stato segnalato né puntellato secondo le norme di sicurezza vigenti. A distanza di cinque anni e mezzo, è arrivata la sentenza della Giudice dott.ssa Maddalena Torelli, che ha condannato i primi due imputati ad un anno e quattro mesi di reclusione, il terzo a due. Trattandosi di individui incensurati, la pena viene sospesa. Inoltre, stabilisce il relativo risarcimento ai familiari dell’operaio bitontino. L’avvocato Michele Pasculli, dello Studio Pasculli-Ruggiero, intervenuto per le parti civili, che li ha difesi con successo ha dichiarato: “Sono decisamente soddisfatto per l’esito del processo, anche se mi ha addolorato molto constatare come dei tecnici comunali avessero trattato una questione così drammatica con sufficienza e indifferenza”.