(di Donato Rossiello, Nico Fano)
Attendevamo al varco il 2021, consapevoli dei primi trimestri un po’ in sordina ma necessari a costituire una solida rampa di lancio per i mesi a venire. Lasciarsi alle spalle un anno complesso come quello scorso non è azione da poco e la strada per la ripresa viene lastricata da qualche inconveniente. Uno fra tutti l’ulteriore aumento dei contagi ad inizio gennaio, che ha costretto alcuni Paesi ad inasprire le misure di contenimento e le restrizioni vigenti; segue una diffusione di diverse varianti con maggiore trasmissibilità del virus a complicare lo scenario. Inoltre, problematiche nella produzione, distribuzione e somministrazione dei vaccini hanno dilatato i tempi e mostrato una gestione non certo ottimale del processo.
Proseguono quindi le divergenze geografiche e settoriali in un quadro economico ancora debole. L’Europa (complici anche le maggiori limitazioni adottate dai governi) segna un rallentamento più deciso rispetto ad altre aree del mondo. A fine 2020 negli Stati Uniti tornano a scendere consumi e occupazione. A gennaio in Cina gli indici PMI del sentiment delle imprese registrano una flessione. E non sorprende affatto che l’ambito dei servizi sia quello su cui grava il peso di una situazione ancora incerta.
Eppure, con l’andare delle settimane emergono alcuni dati incoraggianti…
I report più recenti mostrano una leggera diminuzione dei casi di Covid-19, come effetto benefico delle appena avviate campagne vaccinali. Si dimostrano i costanti progressi da parte delle aziende farmaceutiche con prodotti sempre più efficaci e aumenta la presenza di potenziali competitors. Negli ultimi giorni le proiezioni sulla crescita del PIL al 4° trimestre (seppur in frenata) sono stati mediamente migliori del previsto. Insomma, nulla di paragonabile all’iniziale ondata pandemica. Se guardiamo gli utili societari delle principali società quotate statunitensi stupiscono i risultati superiori alle attese nell’82% di esse. La nuova amministrazione a guida Joe Biden, con la maggioranza democratica al Senato, ha poi proposto un nuovo piano fiscale (“American Rescue Plan”) pari quasi al 9% del PIL USA.
Fondamentale a creare le condizioni per la ripartenza è il ruolo delle Banche Centrali; da un capo all’altro dell’oceano BCE e Federal Reserve estendono entrambe il loro approccio accomodante, rinnovando la loro disponibilità a intervenire in caso di necessità.
Un occhio ai mercati: degno di menzione è il “curioso caso di GameStop”, che molti hanno paragonato alle scorribande del popolare eroe Robin Hood contro i giganti della finanza; un gruppo di investitori amatoriali, organizzatosi tramite Reddit, ha puntato alcune aziende su cui gli hedge fund avevano scommesso al ribasso (GameStop in primis, oppure AMC, American Airlines e BlackBerry), facendone salire il prezzo esponenzialmente nell’arco di pochi giorni e provocando uno dei più significativi “short squeeze” della storia di Wall Street. A cui si è aggiunta una discreta risonanza mediatica da rivoluzione romantica.