Nell’anno 2021, presi da una pandemia che non lascia tregua e costringe a ripensare il proprio stile di vita, essenziale risulta essere l’attività di sensibilizzazione nei confronti dei temi ambientali.
Se da un lato sempre più cittadini convintamente sostengono la necessità di politiche in tal senso più incisive, riscontriamo un parallelo disinteresse da parte di chi tali politiche dovrebbe sostenerle e attuarle.
A due settimane dal nostro appello pubblico, il giorno 9 febbraio con il vero e proprio inizio dei cantieri in Piazza Caduti del Terrorismo, abbiamo visto concretizzarsi ciò che temevamo. Nonostante, infatti, ci fossimo resi disponibili nell’individuare zone idonee al trapianto, già tre pini (di cui uno di piccole dimensioni le cui operazioni sarebbero state molto agevoli) sono stati brutalmente tagliati.
Le notizie volutamente ondivaghe e la poca trasparenza sul progetto ci rendono pessimisti sul proseguo degli stessi lavori e sulla relativa salvaguardia dei restanti alberi, pur credendo al Primo Cittadino che in tal senso ha dato rassicurazioni.
La passione ambientalista che anima le nostre azioni induce nuovamente a chiedere clemenza, non per gli alberi ivi presenti, ma per la speranza che le nuove generazioni possano continuare a vivere senza il rischio, già prospettato da enti nazionali e sovrannazionali, di una totale desertificazione del territorio.
Le sfide al quale la nostra generazione è chiamata a rispondere necessitano di azioni ben più radicali.
Con la presente auspichiamo quindi un cambio di rotta, non può Bitonto ancora sopportare tutto questo astio nei confronti di madre natura. Non si abbattano più alberi e si applichi finalmente anche nella nostra città la Legge n. 10 del 14 gennaio 2013 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani) il cui obbligo di piantare un albero per ogni nato è da anni disatteso dal nostro comune.