“Con le vaccinazioni nei primi mesi del 2021 sicuramente riusciremo a controllare l’andamento della curva, ma la prospettiva di una terza ondata o di un risollevamento di questa, che va via via riducendosi, non è così lontana”.
Lo dichiara Danila De Vito, docente di Microbiologia ed Igiene all’Università degli Studi di Bari “A. Moro”. Il vaccino, in arrivo in Puglia, “potrebbe ridurre la velocità di ascesa della curva – aggiunge –, ma non risolve il problema del covid: il distanziamento fisico, le cautele per le persone più a rischio, andranno adottate ancora per diversi mesi”. Quella che ci prepariamo ad affrontare con la somministrazione del vaccino Pfizer è la IV fase del trial clinico: “la sperimentazione, infatti – precisa – non si ferma con la III fase e ci renderemo conto, in questo periodo, se ci sono degli effetti collaterali importanti, se effettivamente è immunogeno, se funziona bene anche negli anziani. Occorre, dunque, somministrare il vaccino soprattutto alle persone a più alto rischio di infezione per evitare la diffusione di focolai”. Sarà eseguita la vaccinazione in 11 centri pugliesi, Policlinico di Bari compreso, come centro di riferimento. Sperimentato su una popolazione tra i 17 e i 69 anni , “non è stato testato specificatamente sugli anziani che presentano gravi comorbilità, a differenza di quello sviluppato da Moderna”, ma “nella valutazione tra ‘costi e benefici’, in questo momento i benefici sono superiori ai costi”.
L’intento, sottolinea ancora Daniela De Vito è “ridurre i tassi di mortalità e far abbassare la curva del contagio”. La situazione pugliese, infatti, “dal punto di vista epidemiologico non è confortante, soprattutto per quanto riguarda le Rsa e alcune città nelle province di Bari, Foggia e nella Bat”. Il tracciamento “è ormai saltato” e la Puglia è una delle Regioni che “fa meno test”, per questo si “era insistito sull’arrivo di test antigenici sia nelle farmacie, che negli studi dei medici di famiglia”, ma come per i vaccini antifluenzali “al momento ci sono promesse e molta gente non si è ancora vaccinata contro l’influenza”. Quello che occorre è “organizzare il sistema sanitario, perché tutte le campagne di prevenzione, compresa quella di vaccinazione, funzionino al meglio”.