Tutto poteva immaginare, quel bambino che sorride nella mangiatoia della grotta, fuorché di tornare quaggiù in in momento come questo. Un male oscuro (già, non ci hanno ancora detto dove e perché è nato) e invisibile sta sterminando più di una generazione- checché ne dicano ameni negazionisti e complottisti vari – e presto un vaccino creato in men che non si dica (Pfizer meglio del Papà del nascituro? Mah) spazzerà via questo maledetto virus. Sic dicunt. Resteranno sulla terra, con grave scorno per chi sogna un mondo migliore, la malvagità che perpetra efferati delitti in nome di interessi privati, specie economici, l’indifferenza verso chi è più fragile e soffre gli atroci dolori della quotidianità, l’odio strisciante che pervade il pianeta pure tramite i social, l’insipienza e il pressappochismo di chi governa intere nazioni e, spesso, non sa far altro che tutelare sé stesso, e il senso di responsabilità resterà ognora una chimera. Ardua impresa sarà per il piccolo in fasce portare qui una gerla di speranza, un raggio di luce, un esempio di purezza, che sa già che illustrerà con una vita esemplare e il sommo sacrificio della Croce. Chi crede, avrà passato una notte di pensoso raccoglimento, pregando. Chi non crede non avrà potuto non meditare sul periodo sordamente limbale che stiamo vivendo. Io dico solo questo: saremo noi degni del dono di grazia di questo pargolo divino e, poi, del suo alto sacrificio? Nel frattempo, la redazione del da Bitonto in uno con i suoi munifici editori Alessandro e Silvano Intini augurano una felice festività natalizia a tutti i cari lettori. Mirando sempre ad un domani di gioia e serenità per tutti…