“Bitonto è la pupilla degli occhi miei”, disse la Beata Vergine e perfino il cavallo del generale Montemar si prostrò dinanzi a Lei, la meravigliosa Immacolata dal volto bruno che con la sua apparizione ha fatto la storia di questa città.
E a Lei che i bitontini si rivolgono spesso, soprattutto in un momento difficile come quello della pandemia del Coronavirus.
Nel giorno dell’Immacolata, quest’anno, molti fedeli si sono recati vestiti di un velo di speranza e tristezza nella Cattedrale per rivolgerle le più sentite preghiere, coscienti di quanto “Lei sia un esempio per Noi -ha detto don Ciccio Acquafredda, durante l’omelia della messa che ieri ha celebrato-, perché è stata così oggetto dell’amore e della Grazia di Dio diventando la mamma di Gesù eppure ha detto di essere una piccola creatura, la serva del Signore. Ha scelto di fidarsi di Lui e fare la sua volontà per il bene dell’umanità”.
Solo credendo nell’amore di Dio, prendendosi per mano, accogliendosi e accettandosi per quel che si è, pregi e difetti compresi, sarà possibile resistere e affrontare le difficoltà della vita, come quelle attualmente connesse alla pandemia.
E allora, “Vergine Santa, aiutaci ad essere testimoni dell’Amore, a non scoraggiarci di fronte alle difficoltà, anzi ad essere propositivi, a fare quello che hai fatto con Elisabetta cioè a portare a tutti il messaggio della carità e dell’amore. Accogliamo questo invito di Maria e viviamo nella gioia del Signore”, ha concluso così don Cicco Acquafredda la sua omelia.
Ai fedeli, così, va questo messaggio di speranza che vede nell’amore di Dio e per la Madonna, la patrona di Bitonto, la vera salvezza.