Dal Cenacolo dei Poeti di Bitonto riceviamo e pubblichiamo.
“Bitonto è da sempre Città Mariana. Ovunque in città sono presenti segni di devozione alla Patrona, testimonianze appartenenti a varie epoche storiche, anche a quelle più recenti come il 1954 quando Papa Pio XII proclamò l’anno mariano per la Chiesa Universale e Bitonto, diocesi sensibile alla devozione per Maria madre di Gesù, vide realizzarsi una moltitudine di iniziative religiose, culturali, sociali e caritatevoli, tra cui l’iniziativa di don Pasquale Pierro, allora parroco di Sant’Egidio, su impulso del suo viceparroco, l’allora giovane don Ciccio Acquafredda (poi alla Cattedrale).
L’anno mariano fu aperto a Roma l’8 dicembre 1953 nella Basilica di Santa Maria Maggiore per celebrare il centenario della definizione del dogma dell’Immacolata Concezione. Un altro anno mariano sarebbe stato proclamato successivamente da Papa Giovanni Paolo II nel 1987.
A Bitonto Don Pasquale Pierro e don Ciccio Acquafredda portarono in pellegrinaggio una immagine dell’Immacolata nelle vie nuove del quartiere nascente tra l’ospedale civile e la scuola Fornelli, fatto soprattutto da case autonome di proprietà, e dal complesso delle case popolari sorto sulla ex stazione. Preghiere e canti risuonarono per tutto il mese di maggio come testimoniato dalla targa sotto l’edicola in corte Perrese: “in questo vicolo sostò la Madonna Pellegrina addì 16 maggio 1954 – Ave Maria”. Infatti nei luoghi di sosta orante i residenti apposero edicole votive in ceramica, testimonianza di fede per essi, testimonianza storica per noi. Grazie a queste scritte possiamo ricostruire un passato recente non troppo distante da chi ha ascoltato racconti del dopoguerra e degli anni ’60, ma forse già sull’orlo dell’oblio per le nuove generazioni. Raccogliamo la preziosa testimonianza della scrittrice Maria Elia qui di seguito riportata, sulla stupenda edicola votiva collocata da sua nonna in via Piave. Interessante la motivazione della collocazione sulla destra della strada secondo il senso unico: segno di intelligenza e preveggenza.
Non siamo riusciti a sapere il motivo della firma del compianto Umberto Kühtz, sindaco dal 1994 al ’98, neanche dalla figlia, la poetessa Silvana. Se qualcuno ha informazioni su questa e le altre edicole (noi ne abbiamo individuate altre in corte Fornelli e in via Ammiraglio Vacca angolo via Salvemini) può contattarci alla e-mail cenacolo.dei.poeti@gmail.com
“Nella città di Bitonto da alcuni racconti rimembrati dagli avi della signora Maria Elia si evince la storia della costruzione di una edicola votiva sita in via Piave, angolo via Damascelli. Già in quegli anni soleva per la gente del quartiere ritrovarsi in casa o per strada per recitare insieme il santo rosario. Promotrice di tale cristiana usanza e coordinatrice del gruppo, che si era naturalmente formato, era stata la signora Maria Fracascio, per l’appunto sua nonna, conosciuta da tutti per la sua grande fede e appellata come “ la suora mancata”. Per dare un segno visivo di tale fervore nella vita religiosa del quartiere un imprenditore edile amico di famiglia si offrì di costruire una edicola votiva della Madonna ad un angolo della sua abitazione. La signora accettò con gioia e gratitudine la proposta ma, con la generosità e l’altruismo che la contraddistinguevano, chiese che essa fosse posta non sul suo fabbricato ma su quello frontale di proprietà della famiglia Licinio, al fine di permettere a tutti coloro che avessero percorso via Piave dai primi caseggiati di camminare con gli occhi rivolti alla Mamma Celeste, rivolgendole una preghiera. Tutti gli astanti del quartiere con profonda emozione condivisero tale progetto che ebbe vita nell’anno 1954 o 1955. Purtroppo la precisione della data non è possibile ricavarla neppure dalla lapide commemorativa, coperta in parte dai successivi lavori di manutenzione del palazzo. Forse, un segno dei nostri tempi che tende a dimenticare le origini e la storia.”
Pubblichiamo di seguito una poesia della poetessa Maria Elia:
L’Annuncio di Gabriel
Maria, madre del cielo,
la terra si avviluppa nel tuo grembo povera e indifesa. L’anima mia misera e indegna
a te volge le braccia in supplica di perdono e salvezza. Lo sguardo del mondo,
contrito nel buio del dolore,
è derelitto negli inferi della notte.
Maria, madre mia santissima, la mano dell’Onnipotente ha riversato in te la bellezza dell’universo, perché potessi comprendere la Sua grandezza. Sul tuo viso risplende la luce del paradiso, nei tuoi occhi esulta il mio cuore, nel tuo cuore si rifugia lo spirito mio, nel tuo amore puro e immacolato lascio danzare il giogo della vita mia”.