Bitonto piange un’altra giovane vita, quella del 19enne Francesco Murgolo che è deceduto, lo scorso sabato, in un incidente stradale sulla sp89 che collega la città alle frazioni. Questo pomeriggio, si sono tenuti i funerali presso la Basilica dei Santi Medici Cosma e Damiano, celebrati da don Vito Piccinonna.
Tanto il dolore per l’ultimo saluto a Francesco. Non è possibile accettare la morte a qualsiasi età, ma soprattutto a 19 anni, quando nascono sogni, speranze, si fanno le prime scelte e quando la vita mostra il suo volto più bello e promettente.
“Solo Dio può immaginare la difficoltà e il dolore che proviamo noi tutti -sono forti le parole di don Vito, durante l’omelia -ad avvertire la morte di Francesco come sorella. Abbiamo il cuore troppo frantumato per poterlo fare. Abbiamo i legami troppo forti con Francesco per poterlo fare. Eppure siamo qui a chiedere al buon Dio per Francesco che possa aprire le braccia nella certezza che l’abbia già fatto, per i suoi genitori e i suoi famigliari una luce, anche piccola, la luce della fede che certo non viene a spegnere il dolore ma a illuminarlo, ad aprirlo a una speranza che da soli non possiamo darci”.
Ora Francesco è stato accolto dalle braccia di Dio, ma nulla può cancellare l’amore dato da genitori, parenti e amici tutti a cui è andato l’invito di “Non sprecare la vita. Tenetevela stretta, siate attenti e vivetevela”.
“Solo l’amore fa grande la vita -ha ricordato don Vito-, c’è una morte peggiore di questa e consiste nel non amare, nell’essere indifferenti, superficiali, nel tenere le mani in tasca senza allungarle per soccorrere chi è in difficoltà e fa più fatica. Nel nome di Francesco non vivete sottotono la vita, datele un significato più grande. Non il numero di anni ma l’intensità con cui la vivrete la renderà grande”.
“Siamo o avremmo dovuto essere un po’ tutti quanti padri e madri di Francesco”, ha concluso don Vito. Quello che più ha colpito i presenti all’omelia è stato il suo invito ad essere più uniti per non essere “Una città che non veglia saggiamente, che si perde dietro le chiacchiere, troppo incline a cercare sempre e solo colpevoli anziché desiderare insieme un bene più grande per tutti e per ciascuno”.
L’amore è l’unica cosa che non muore mai e se si vive all’insegna di questo sentimento e della solidarietà, piuttosto che dell’egoismo, del giudizio, dell’imprudenza e cattiveria, ci si sentirà meno soli e si riuscirà a cogliere la luce anche in questi giorni.
Bitonto piange un’altra giovane vita, quella del 19enne Francesco Murgolo che è deceduto, lo scorso sabato, in un incidente stradale sulla sp89 che collega la città alle frazioni. Questo pomeriggio, si sono tenuti i funerali presso la Basilica dei Santi Medici Cosma e Damiano, celebrati da don Vito Piccinonna.
Tanto il dolore per l’ultimo saluto a Francesco. Non è possibile accettare la morte a qualsiasi età, ma soprattutto a 19 anni, quando nascono sogni, speranze, si fanno le prime scelte e quando la vita mostra il suo volto più bello e promettente.
“Solo Dio può immaginare la difficoltà e il dolore che proviamo noi tutti -sono forti le parole di don Vito, durante l’omelia -ad avvertire la morte di Francesco come sorella. Abbiamo il cuore troppo frantumato per poterlo fare. Abbiamo i legami troppo forti con Francesco per poterlo fare. Eppure siamo qui a chiedere al buon Dio per Francesco che possa aprire le braccia nella certezza che l’abbia già fatto, per i suoi genitori e i suoi famigliari una luce, anche piccola, la luce della fede che certo non viene a spegnere il dolore ma a illuminarlo, ad aprirlo a una speranza che da soli non possiamo darci”.
Ora Francesco è stato accolto dalle braccia di Dio, ma nulla può cancellare l’amore dato da genitori, parenti e amici tutti a cui è andato l’invito di “Non sprecare la vita. Tenetevela stretta, siate attenti e vivetevela”.
“Solo l’amore fa grande la vita -ha ricordato don Vito-, c’è una morte peggiore di questa e consiste nel non amare, nell’essere indifferenti, superficiali, nel tenere le mani in tasca senza allungarle per soccorrere chi è in difficoltà e fa più fatica. Nel nome di Francesco non vivete sottotono la vita, datele un significato più grande. Non il numero di anni ma l’intensità con cui la vivrete la renderà grande”.
“Siamo o avremmo dovuto essere un po’ tutti quanti padri e madri di Francesco”, ha concluso don Vito. Quello che più ha colpito i presenti all’omelia è stato il suo invito ad essere più uniti per non essere “Una città che non veglia saggiamente, che si perde dietro le chiacchiere, troppo incline a cercare sempre e solo colpevoli anziché desiderare insieme un bene più grande per tutti e per ciascuno”.
L’amore è l’unica cosa che non muore mai e se si vive all’insegna di questo sentimento e della solidarietà, piuttosto che dell’egoismo, del giudizio, dell’imprudenza e cattiveria, ci si sentirà meno soli e si riuscirà a cogliere la luce anche in questi giorni.
Bitonto piange un’altra giovane vita, quella del 19enne Francesco Murgolo che è deceduto, lo scorso sabato, in un incidente stradale sulla sp89 che collega la città alle frazioni. Questo pomeriggio, si sono tenuti i funerali presso la Basilica dei Santi Medici Cosma e Damiano, celebrati da don Vito Piccinonna.
Tanto il dolore per l’ultimo saluto a Francesco. Non è possibile accettare la morte a qualsiasi età, ma soprattutto a 19 anni, quando nascono sogni, speranze, si fanno le prime scelte e quando la vita mostra il suo volto più bello e promettente.
“Solo Dio può immaginare la difficoltà e il dolore che proviamo noi tutti -sono forti le parole di don Vito, durante l’omelia -ad avvertire la morte di Francesco come sorella. Abbiamo il cuore troppo frantumato per poterlo fare. Abbiamo i legami troppo forti con Francesco per poterlo fare. Eppure siamo qui a chiedere al buon Dio per Francesco che possa aprire le braccia nella certezza che l’abbia già fatto, per i suoi genitori e i suoi famigliari una luce, anche piccola, la luce della fede che certo non viene a spegnere il dolore ma a illuminarlo, ad aprirlo a una speranza che da soli non possiamo darci”.
Ora Francesco è stato accolto dalle braccia di Dio, ma nulla può cancellare l’amore dato da genitori, parenti e amici tutti a cui è andato l’invito di “Non sprecare la vita. Tenetevela stretta, siate attenti e vivetevela”.
“Solo l’amore fa grande la vita -ha ricordato don Vito-, c’è una morte peggiore di questa e consiste nel non amare, nell’essere indifferenti, superficiali, nel tenere le mani in tasca senza allungarle per soccorrere chi è in difficoltà e fa più fatica. Nel nome di Francesco non vivete sottotono la vita, datele un significato più grande. Non il numero di anni ma l’intensità con cui la vivrete la renderà grande”.
“Siamo o avremmo dovuto essere un po’ tutti quanti padri e madri di Francesco”, ha concluso don Vito. Quello che più ha colpito i presenti all’omelia è stato il suo invito ad essere più uniti per non essere “Una città che non veglia saggiamente, che si perde dietro le chiacchiere, troppo incline a cercare sempre e solo colpevoli anziché desiderare insieme un bene più grande per tutti e per ciascuno”.
L’amore è l’unica cosa che non muore mai e se si vive all’insegna di questo sentimento e della solidarietà, piuttosto che dell’egoismo, del giudizio, dell’imprudenza e cattiveria, ci si sentirà meno soli e si riuscirà a cogliere la luce anche in questi giorni.
Bitonto piange un’altra giovane vita, quella del 19enne Francesco Murgolo che è deceduto, lo scorso sabato, in un incidente stradale sulla sp89 che collega la città alle frazioni. Questo pomeriggio, si sono tenuti i funerali presso la Basilica dei Santi Medici Cosma e Damiano, celebrati da don Vito Piccinonna.
Tanto il dolore per l’ultimo saluto a Francesco. Non è possibile accettare la morte a qualsiasi età, ma soprattutto a 19 anni, quando nascono sogni, speranze, si fanno le prime scelte e quando la vita mostra il suo volto più bello e promettente.
“Solo Dio può immaginare la difficoltà e il dolore che proviamo noi tutti -sono forti le parole di don Vito, durante l’omelia -ad avvertire la morte di Francesco come sorella. Abbiamo il cuore troppo frantumato per poterlo fare. Abbiamo i legami troppo forti con Francesco per poterlo fare. Eppure siamo qui a chiedere al buon Dio per Francesco che possa aprire le braccia nella certezza che l’abbia già fatto, per i suoi genitori e i suoi famigliari una luce, anche piccola, la luce della fede che certo non viene a spegnere il dolore ma a illuminarlo, ad aprirlo a una speranza che da soli non possiamo darci”.
Ora Francesco è stato accolto dalle braccia di Dio, ma nulla può cancellare l’amore dato da genitori, parenti e amici tutti a cui è andato l’invito di “Non sprecare la vita. Tenetevela stretta, siate attenti e vivetevela”.
“Solo l’amore fa grande la vita -ha ricordato don Vito-, c’è una morte peggiore di questa e consiste nel non amare, nell’essere indifferenti, superficiali, nel tenere le mani in tasca senza allungarle per soccorrere chi è in difficoltà e fa più fatica. Nel nome di Francesco non vivete sottotono la vita, datele un significato più grande. Non il numero di anni ma l’intensità con cui la vivrete la renderà grande”.
“Siamo o avremmo dovuto essere un po’ tutti quanti padri e madri di Francesco”, ha concluso don Vito. Quello che più ha colpito i presenti all’omelia è stato il suo invito ad essere più uniti per non essere “Una città che non veglia saggiamente, che si perde dietro le chiacchiere, troppo incline a cercare sempre e solo colpevoli anziché desiderare insieme un bene più grande per tutti e per ciascuno”.
L’amore è l’unica cosa che non muore mai e se si vive all’insegna di questo sentimento e della solidarietà, piuttosto che dell’egoismo, del giudizio, dell’imprudenza e cattiveria, ci si sentirà meno soli e si riuscirà a cogliere la luce anche in questi giorni.