Domenico Pinto si è insediato in consiglio comunale. Dopo le dimissioni di Francesco Brandi dalla carica di consigliere in quota Partito Democratico, sarà il giovane avvocato a prendere il posto del segretario del partito.
Da sempre militante Pd, ma, nel 2017, candidato con Città Democratica, risultò secondo dei non eletti, dopo Rosa Calò e Francesco Brandi. Brandi entrò in consiglio dopo la nomina in giunta di Calò e oggi, con le dimissioni del docente, per Pinto è l’occasione di sedere nell’aula consiliare di Palazzo Gentile. Tra le fila, però, del suo storico partito, il Pd, dove è ritornato in seguito all’adesione del gruppo di Città Democratica.
«Rivendico la mia storica appartenenza e militanza nel Partito Democratico. Sono un tesserato storico del partito, avendo aderito sin da subito all’idea originaria di Walter Veltroni di unire il mondo cattolico, centrista e quello progressista di sinistra, sotto il comune denominatore del riformismo – ha sottolineato Pinto – Sarà una sfida difficile. Cercherò e cercheremo di continuare a dare il nostro contributo alle vicende amministrative di questa città. Un contributo leale, ma non ossequioso, sincero, ma non adulatorio. Ci aspettiamo reciprocità di intenti da tutti, a cominciare dal sindaco e dalla giunta. Non esiterò a rafforzare legami politici e umani con movimenti e partiti di questa amministrazione comunale, oltre che con i partiti e i movimenti alla nostra sinistra, in base ai nostri comuni valori fondanti».
Un intervento che non è piaciuto all’opposizione di centrodestra rappresentata da Carmela Rossiello (Forza Italia), che ha stigmatizzato il passaggio in maggioranza del Pd, bollandolo come trasformismo: «In campagna elettorale siete stati all’opposizione, con un vostro candidato sindaco. Proprio a causa di quel trasformismo, l’opposizione si è ridotta all’osso».
Accuse respinte sia dallo stesso Pinto che dalla sua collega del Pd Antonella Vaccaro, che hanno ricordato, appunto, come Pinto non si candidò con il Partito Democratico, nel 2017, e che il passaggio di Città Democratica al suo interno sia stato il frutto di un percorso condiviso sia all’interno che tra le forze di maggioranza.