Si sta svolgendo in tre aule collegate tra loro in videoconferenza nell’ex tribunale di Bitonto, il processo sul naufragio del traghetto Norman Atlantic, che il 28 dicembre 2014 si incendiò mentre navigava nel canale d’Otranto, causando la morte di 31 persone e il ferimento di 64. Considerato il gran numero di imputati (32) e di avvocati (30 solo per le numerose parti civili), il presidente della seconda sezione penale, Marco Guida, ha disposto che l’udienza venga celebrata in tre aule diverse (A, B e C) collegate tra loro da un sistema di videoconferenza, al fine di rispettare le norme di distanziamento sociale. Agli avvocati sono stati assegnati posti prestabiliti, dai quali non è possibile spostarsi nel corso dell’udienza. All’ingresso è stata misurata a tutti la temperatura e vige l’obbligo di indossare le mascherine. Gli imputati sono chiamati a rispondere, a vario titolo, di coperazione colposa in naufragio, omcidio colposo e lesioni colpose plurime e di numerose violazioni del Codice della navigazione. Tra loro vi sono il comandante del traghetto Argilio Giacomazzi e 26 membri dell’equipaggio; il rappresentante della Visemar (società proprietaria della nave) Carlo Visentini; i rappresentanti legali della Anek Lines, società noleggiatrice.