La liberazione è arrivata qualche giorno fa. Ma anche la fine di un incubo, e l’uscita da un tunnel dal quale, però, erano convinti di uscire.
Per la famiglia di Michele Ciocia, allora, giustizia è stata fatta perché, seppur magari con ritardo, le è stato certificato – anche se adesso mancherebbe l’ultimo tassello, la Cassazione – che Michele, il 12 ottobre di sette anni fa, seppur nella tragica fatalità, sarebbe stato ucciso.
A dirlo è stata la Corte di Appello di Ancona, che ha condannato a sei mesi di reclusione per omicidio colposo Daniele Camponeschi e Giorgio Menichelli, i due istruttori che quel tragico pomeriggio erano con il nostro 38enne concittadino nel momento di quel volo mortale, il primo (e purtroppo ultimo) per Michele.
I giudici di secondo grado hanno completamente ribaltato la sentenza dei “colleghi” di Fermo, che invece avevano assolto i due imputati.
I fatti. Tutto ha inizio il 12 ottobre 2013. Michele Ciocia, dopo aver frequentato il corso di base della scuola “Flyzone” di Fermo, era pronto per il primo volo, tant’è che era arrivato nella città marchigiana insieme a un amico il giorno prima. L’aereo con a bordo il giovane si era levato in volo con un Pilatus Porter alle 16.30. Il nostro concittadino si era lanciato con i due istruttori che lo hanno accompagnato in caduta libera fino ad un’altitudine di 1.700 metri. Il decesso è stato immediato (clicca qui per articolo https://bit.ly/3iYYnzd).
L’iter giudiziario. La macchina della giustizia si mette in moto, e si arriva a processo dove gli imputati sono i due istruttori Daniele Camponeschi e Giorgio Menichelli, e in cui la famiglia di Michele si costituisce parte civile (a difenderla c’è anche l’avvocato Filippo Spera). Si svolge a Fermo, e la sentenza di primo grado, arrivata nel 2017, dice che per quella tragedia non ci sarebbero colpevoli. Gli imputati non avrebbero commesso il fatto e/o non ci sarebbero prove sufficienti per dimostrarlo.
La decisione, ovviamente, non è piaciuta alla difesa e alla Procura che si affidano all’Appello. Si svolge ad Ancona, e si basa con le stesse carte, fascicoli e atti del precedente grado di giudizio. Nessun elemento di novità, quindi.
Durante il dibattimento, sono riascoltati il consulente del pubblico ministero, un consulente della difesa e il direttore della scuola di volo frequentata da Michele.
La sentenza è completamente capovolta, ed è arrivata una settimana fa: Daniele Camponeschi e Giorgio Menichelli sono condannati a sei mesi di reclusione per omicidio colposo. Si resta, adesso, in attesa delle motivazioni e di un eventuale ricorso in Cassazione.
Nel frattempo, però, per la famiglia Ciocia è la fine di un incubo. E lo si vede guardando negli occhi la sorella di Michele, Paola, da sempre convinta che quel maledetto pomeriggio di sette anni qualcosa di terribile era successo.
“Quella sentenza è stata una liberazione – ci dice – perché questi anni non sono stati facili e abbiamo anche dovuto subire le dicerie di coloro che dicevano che Michele se l’era andata a cercare. Abbiamo sempre saputo che non era così e abbiamo avuto ragione. Mio fratello ha trovato, finalmente, la pace”