I successi si calcolano sulla base dei numeri. Sono quelli a fare la differenza. E a Bitonto siamo a zero. Zero rappresentanti nella massima assise regionale. Zero unità d’intenti. Zero squadra. “Zero stare sereno”, citando i colleghi “The giornalisti”.
Sì, perché ci siamo ritrovati con ben dieci candidati locali (manco fossero le comunali) e molti che, come sempre accade, sono arrivati in città come Aladino, sugli elefanti, appena arrivato ad Agrabah pieno di prebende da gettare ai poveri della città araba. Bitonto, così, diventa sempre e comunque territorio di conquista che si vende al miglior offerente. Ma andiamo per ordine. Il sindaco, Michele Abbaticchio, vicecoordinatore nazionale – che conta sì è no qualche sede in qualche comune pugliese, laziale e emiliano – di Italia in Comune ha deciso, dopo le Europee (in cui si era schierato con +Europa, che questa volta aveva deciso di sostenere Scalfarotto) di creare la propria lista anche per le Regionali a sostegno del neo ri-eletto Michele Emiliano.
I presupposti erano buonissimi, si correva per essere il secondo partito della coalizione addirittura. E alla fine nell’intento si è riusciti: è il secondo partito (almeno in quanto a struttura gerarchica), ma dietro diverse liste civiche di Emiliano che hanno raggiunto risultati importanti, e non riuscendo a superare nemmeno la soglia del tanto agognato 4%: con 64.886 voti – che sono comunque parecchi per una lista neonata – si fermano a 3.87%. Ma stiamo tranquilli: chissà non dovesse arrivare comunque qualche assessorato dal palazzo di cristallo in via Gentile, per l’impegno profuso?
Intanto i candidati bitontini della lista Domenico Nacci e Maria Grazia Gesualdo totalizzano, in due, 3859 voti, sorpassati nella circoscrizione barese dai “cavalli di razza”: Francesco Crudele (che aveva un comitato in pieno centro), Tonino Nunziante (ex vicepresidente della regione) e Bernardo Notarangelo. Sono proprio questi tre ultimi candidati citati che godevano della sponsorship di consiglieri e assessori bitontini della giunta di Abbaticchio e tesserati del partito che, di fatto, hanno lasciato “a piedi” i poveri Nacci e Gesualdo che, tutto ciò che hanno fatto, l’hanno fatto con le proprie forze.
Anzi, qualcuno, con un salto della quaglia ha pure, sottobanco, portato qualcuno dei Dem. Ma tra le fila della giunta un’altra candidata c’era pure. È il caso di Marianna Legista che, voci di corridoio (ma non troppo) hanno sempre detto si fosse candidata quasi per “dispetto” al fatto che il ‘buon’ Abbaticchio avesse nominato Rino Mangini e non Legista – che, alle scorse amministrative, con 829 voti fu tra le donne più suffragate – come vicesindaco protempore durante le regionali. Intanto, nella circoscrizione barese, Legista con 1894 voti, dietro l’ex assessore Stea, risulta la prima dei non eletti nella lista Popolari con Emiliano con una percentuale del 5,94. Per concludere con il centrosinistra, ieri il Partito Democratico tira fuori una grafica che possiamo definire, ce lo consentirete, almeno un po’ azzardata: “Bitonto ce l’ha fatta. Primo partito cittadino”. E va bene, a Bitonto il Pd è il primo partito con un soddisfacente 51,49% di preferenze (e sorpassa Italia in Comune che si ferma al 18,40%).
Ma Bitonto ce l’ha fatta a fa chè? A portare quattro candidati baresi – passati di qui – in regione? Non riuscendo nemmeno a candidare una donna – che pure si era trovata e pure si era portata a Bari per la “valutazione” – (tanto candidato in più, candidato in meno) che avrebbe portato un senso a quel grande risultato raggiunto. Anche qui tra i candidati più sponsorizzati ci si è divisi nel partito – ma come giusto che sia – e la sola “Lady preferenze”, Anita Maurodinoia, è stata sostenuta da tutti i suoi di “Sud al Centro” portando a casa, soprattutto dalle frazioni (territorio di Milo e Putignano), un consenso spropositato. Facciamo tanti auguri a tutti i candidati eletti, dunque, Paolicelli, De Santis (sostenuto anche da una assessora), Parchitelli, Maurodinoia, e auspichiamo che possano ricordarsi di noi nel momento del (nostro di) bisogno, visto il grande sostegno avuto dalla città dell’olio.
Non è mancato nemmeno il sostegno per Alfonso Pisicchio e Peppino Longo dai fedelissimi in città e da qualche ex sostenitore di Abbaticchio, nostalgico vendoliano, che hanno sostenuto Felice Spaccavento e Nico Bavaro. Non è affatto da sottovalutare il buon risultato raggiunto dall’avvocato Antonio Lisi del Movimento Cinque Stelle con ben 584 voti e i 187 voti di Antonio Sgaramella candidato con Italia Viva, oltre che i 124 di Vito d’Attoma candidato con Mario Conca. Capitolo a parte si apre per l’opposizione, quindi per il centrodestra: enorme nota dolens. Perché nonostante tutti i candidati e la poca simpatia politica che si potrebbe nutrire per il partito che fa capo al “sempreverde” Silvio Berlusconi, un po’ tutti speravano e pensavano che Domenico Damascelli, che di strada politica ne ha fatta e che veniva da cinque anni proficui al consiglio regionale, ce l’avrebbe fatta. Una persona ben vista persino da molti suoi colleghi di sinistra di via Gentile, tanto che molte sue interrogazioni, mozioni e proposte erano state accettate e approvate all’unanimità dal consiglio regionale negli ultimi cinque anni. Nonostante gli ottimi 2600 voti raggiunti in città, non sono bastati per riconfermarlo nel seggio in quota a Forza Italia, perché sorpassato dal collega Stefano Lacatena, consigliere comunale a Monopoli. E proprio Lacatena, giusto per farvi un esempio pratico, degli 8886 voti presi ben 6022 li ha raccolti dalla sua città d’origine: sostenuto da sindaco, otto assessori e quindici consiglieri comunali. Dovremmo imparare da chi è più bravo di noi a fare squadra.
Per restare sempre nella coalizione di Raffaele Fitto, spiccano – sempre a Bitonto – i risultati raggiunti dal leghista Davide Bellomo (ben 570), sostenuto da un ex abbaticchiano, i 335 di Michele Picaro candidato con Fratelli d’Italia; nella lista “La Puglia domani”, c’era un’altra bitontina Luciana Tumolo che di voti ne ha presi 203, ma in quella stessa lista spiccano i ben 1181 voti dati al molfettese Saverio Tammacco. Anche quest’ultimo sostenuto da un uomo della maggioranza di Abbaticchio che, per giunta, doveva essere candidato proprio con Italia in Comune in tempi non sospetti. Probabilmente un gran dispetto, una prova di forza verso il primo cittadino. Quindi, così, a bocce ferme, due conti al posto di Michele Abbaticchio me li farei. Considerando ogni pezzo di questa maggioranza che va un po’ dove caspita vuole. Nessuna compattezza di governo, di intenti, di idee. Tutto va verso la città della fantasia Disney Agrabah. Chissà se saremo in grado di raccogliere qualche briciola che cadrà dagli elefanti di Aladino.