È stato un coro unanime di cordoglio sentito, gratitudine profonda e intatta ammirazione quello che ha accolto la triste notizia della morte della professoressa Anna Masciale Noviello. Ognuno dei suoi allievi ha ripescato nel suo cuore il lieto ricordo di una lezione, un incontro, una episodio, che hanno saputo segnare il cammino della propria formazione. La città perde un altro pilastro della scuola del Novecento. E non è solo una frusta formula retorica da epicedio, ma la constatazione oggettiva di un mondo che non c’è più e di una istituzione, che, per restare al passo coi tempi, ha inevitabilmente disperso un patrimonio valoriale e culturale forse irripetibile. Figure che sapevano coniugare in modo impareggiabile insegnamento alato ed esempio sublime. Riportiamo qui la poesia – illuminante, toccante, vera – che la professoressa Lizia De Leo le dedicò un anno fa, in occasione del compleanno.
“Dopo una lunga e intensa vita, dedicata alla Scuola e alla famiglia, ha concluso la sua esistenza terrena la
Prof.ssa Anna Masciale Noviello
(amatissima procugina)
“Di lei, in occasione del suo compleanno, festeggiato lo scorso anno, scrissi:
Conosco tante storie di donne.
Ma straordinaria la tua.
Nel giorno del tuo genetliaco
95 Anni
tornano alla mente mille ricordi:
e tu protagonista
esploratrice di una vita
circumnavigata nella sua interezza.
Tu sposa delle meraviglie
al mio sguardo di bambina
che inseguiva la tua bianca veste
in una casa
colma di fiori e di emozioni.
Tu e l’Università cattolica di Milano
la guerra, un amore perduto
un marito innamorato.
E quel marito
cugino amatissimo da mia madre
sempre accanto
col suo inesausto entusiasmo
col suo estro vitale e geniale.
Tu, giovane mamma
col tuo tempo diviso
tra scuola e famiglia
pilastri di ogni scelta.
Tu e l’insegnamento
gli amati classici
i testi letterari
la didattica come un’arte.
Tu in ospedale
con Dante sotto il cuscino
come un messale
di cui conoscevi ogni sillaba.
E risalgono dal passato
echi dei nostri incontri di parole
complici e fidate
del tuo abbraccio
del pianto e del sorriso.
Il cielo conserva il suo splendore
anche su questo tempo inceppato
dove tante voci amate
non rispondono più.
Rispondono, però, voci argentine
di pronipoti
a una bisnonna speciale
che ha saputo onorare la vita
raccontare la sua fede tenace
sperare nell’Assoluto.
E giungerà la notte.
Sorgeranno le stelle a illuminare
il firmamento.
E l’attesa sarà
come un sospiro dolce…”