Un lettore, N. S., ci scrive preoccupato. Lo cruccia un problema che si sta facendo sempre più frequente in città: i fuochi d’artificio sparati illegalmente di notte in città. Bambini e animali domestici impauriti, allarmi di case e auto che suonano all’impazzata, spavento diffuso. Insomma, una pratica che nulla ha a che fare con la legalità e contro la quale bisognerà pur far qualcosa.
Leggiamo.
“A dispetto di ogni forma di legalità si continua a sparare in pieno centro fuochi pirotecnici per qualsiasi ricorrenza.
Che si tratti di delinquenti o di “brave” persone poco cambia.
Che sia per l’arrivo di droga, per le scarcerazioni, per le serenate di matrimonio o per i diciotto anni, la pratica è diffusissima.
E sembra che in tutto ciò la gente non se ne sia accorta.
La pratica certo è diffusa pure in altre città del circondario e, a far da padrona, certo è il nostro capoluogo.
Ciò resta, però, sono solo suoni di allarmi festanti, bestemmie di gente che interrompe il sonno (e che magari va a lavorare), animali domestici che si spaventano e abbaiano per diversi minuti.
In meno di una settimana, tra l’altro, questi episodi goderecci (che un tempo accadevano sulla terrazza del Torrione Angioino), si sono spostati direttamente in piazza Cavour.
Nelle vicinanze di alberi e auto. Senza nessuna paura che questi possano inavvertitamente incendiarsi.
E a due passi dal Commissariato di Pubblica Sicurezza.
Caro sindaco, altro che coprifuoco per le mascherine!
Altro che “magari le norme H24”.
Forse sfugge di mano una cosa fondamentale, cultura e covid purtroppo non hanno cancellato l’illegalità diffusa su tutto il territorio.
Quanto altro tempo dobbiamo attendere prima che siano applicate norme e regole che in altre città civili già vengono applicate?
Quanto altro tempo dobbiamo aspettare per dare anche alle nostre forze dell’ordine qualche strumento in più per contrastare questi fenomeni?
Quanto tempo ci sarà ancora da aspettare finché nei nostri concittadini non si sviluppi un senso civico che porti a non fare sentire me (o noi) quelli “strani”?
Quanto altro tempo ci toccherà attendere prima che qualcuno di questi giovani prenda almeno un sonoro rimprovero per quel che fa?
I fuochi? Sono solo la punta dell’iceberg di un paese in cui tutto è permesso.
È permesso distruggere chianche, usare le stradine del centro come un pisciatoio pubblico, trattare la porta d’ingresso al centro storico come una torre vedetta, sfrecciare con le bici senza rispettare né senso di marcia, né chi ci passa accanto, buttare rifiuti nelle campagne da altre città (perché tanto a Bitonto la differenziata non la fanno). Concediamo a queste persone piene di brutture di inquinarci.
E noi ci abbiamo solo fatto l’abitudine.
Senza pensare che meritiamo di più.
Più attenzione, più cura, più amore per noi stessi e per queste chianche che calpestiamo ogni giorno.
Un segno.
A volte basta solo un segno.
Per non sentirsi soli”.