«Il Bilancio va letto superando la tentazione della frammentazione, nella consapevolezza che “il tutto è superiore alla parte”. Nel Bilancio di un ente come la Fondazione non c’è solo una partita doppia ragionieristica, ma dietro ogni numero ci sono dei volti, dei cuori che battono, delle mani tese; sono in gioco sentimenti, nomi e storie; a volte si raccolgono anche le lacrime, delle sconfitte come pure delle piccole gioie. C’è un dare e un avere che appartengono a logiche di una umanità che ci appassiona e che proviamo a servire».
Con queste parole il Presidente don Vito Piccinonna ha presentato ai componenti del Consiglio di Amministrazione e al Collegio dei Revisori dei conti il Bilancio consuntivo 2019 che è stato approvato venerdì 24 luglio.
Il Bilancio della Fondazione registra per il secondo anno consecutivo un risultato positivo di gestione, dovuto sostanzialmente ad una revisione dei contratti di forniture e ad una gestione delle spese più oculata che non intacca affatto la qualità dei servizi certificata per un ulteriore triennio, a fine giugno scorso, ai sensi della norma ISO-9001:2015.
Numerose sono state le progettualità che hanno coinvolto l’Ente e che hanno portato lo stesso ad allagare quella rete sussidiaria sia verticale che circolare.
Tante le attività. Sistematizzate in tre aree: socio-sanitaria, socio-assistenziale, culturale e formativa attraverso le quali la Fondazione:
– ha garantito cure palliative attraverso l’Hospice mediante i ricoveri a 458 malati e a 95 malati seguiti in assistenza domiciliare;
– dispensato 53.465 pasti caldi sia in mensa che a domicilio delle famiglie bisognose, sia presso le strutture interne;
– ha accolto 20 malati di Aids in casa alloggio e 16 donne con bambini in casa di accoglienza;
– ha accompagnato nel recupero dalle dipendenze 67 persone;
– ha seguito 55 minori affidati ai servizi educativi.
Numeri che non forniscono un quadro puntuale e dettagliato dell’intera attività della Fondazione ma che dicono tutto l’impegno profuso da tante persone: 108 volontari, 85 dipendenti, 28 giovani in servizio civile, i responsabili, i componenti degli organi statutari.
Cifre che raccontano il servizio, l’attenzione a chi vive in difficoltà e che, come ha affermato il direttore generale dott. Giovanni Vacca, «vogliono esprimere la necessità di essere trasparenti, di rendicontare fino all’ultimo centesimo quanto ricevuto attraverso i finanziamenti pubblici e le donazioni private, e possibilmente migliorare la qualità dei nostri servizi grazie al contributo di tutti, anche di coloro che muovono critiche costruttive e mai strumentali».
Il documento che viene pubblicato, insieme alla relazione dei Revisori dei conti e alla relazione della società di revisione esterna BDO, conferma che la Fondazione non è una “cosa” privata ma, come ribadito dalla sentenza n. 131 del 20 maggio 2020 della Corte Costituzionale che si è pronunciata sull’inquadramento costituzionale di co-programmazione, co-progettazione e accreditamento, con la presenza sul territorio ed in virtù del principi del bene comune e sussidiarietà, è uno degli Enti del Terzo Settore (ETS), rappresentativi della “società solidale”, che spesso costituiscono sul territorio una rete capillare di vicinanza e solidarietà, sensibile in tempo reale alle esigenze che provengono dal tessuto sociale, e sono quindi in grado di mettere a disposizione dell’ente pubblico sia preziosi dati informativi (altrimenti conseguibili in tempi più lunghi e con costi organizzativi a proprio carico), sia un’importante capacità organizzativa e di intervento: ciò che produce spesso effetti positivi, sia in termini di risparmio di risorse che di aumento della qualità dei servizi e delle prestazioni erogate a favore della “società del bisogno”. Il Bilancio e la relazione di missione è possibile scaricarlo al seguente link
https://www.santimedici.org/index.php?mod=fondazione&smod=relazioni&m2id=5&navId=53&idp=29
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