Il secondo semestre del 2019? A Bitonto si è registrato un ridimensionamento del clan criminale dei Conte, e l’ascesa di quello avverso, dei Cipriano.
Ma c’è anche tanto, tanto di più. A fare l’attenta fotografia della situazione criminale degli ultimi sei mesi dello scorso anno è la Direzione investigativa antimafia, che nei giorni scorsi ha pubblicato il suo rapporto. In cui, in realtà, emerge una situazione che non si discosta dalle precedenti.
L’influenza barese. I punti di partenza sono due. Da un lato, lo strettissimo legame tra i clan mafiosi del capoluogo con quelli della provincia, Bitonto inclusa. “La presenza – si legge – dei numerosi gruppi di tipo mafioso che caratterizza i territori della provincia di Bari sottende ad una più delicata realtà di intrecci criminali con i grandi clan del capoluogo. Infatti, grazie ad una straordinaria capacità di resilienza e animate da forti mire espansionistiche, le grandi “agenzie criminali” della città di Bari riescono a gestire, a largo raggio, anche i traffici illeciti nei territori di provincia. Tale strategia di interazione criminale si esplica attraverso fidati referenti in loco o con l’affiliazione di alcuni soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei singoli Comuni”.
Dall’altro, la sempre più crescente pericolosità della criminalità giovanile. “La criminalità giovanile si conferma una criticità di rilevante attualità, riscontrabile in tutte le macro-aree pugliesi, dove si assiste alla cooptazione anche di minori per incrementare gli organici dei clan e a un salto di qualità nelle modalità d’impiego delle giovani leve. In particolare è confermata l’“iniziazione”, anche in età minorile, di quei soggetti il cui legame con la criminalità organizzata nasce direttamente nei contesti familiari, come emerso riguardo ad alcuni rampolli del clan STRISCIUGLIO di Bari”. E ci sarebbero anche i fatti a dimostrarlo: “Risultano emblematiche – scrive la Dia – le valutazioni contenute in due misure cautelari eseguite dalla polizia di Stato, una a giugno e una a luglio 2019, a Bitonto, nei confronti di due appartenenti al clan CIPRIANO, ritenuti responsabili di alcune rapine compiute ai danni di una parafarmacia e di un supermarket nei mesi di ottobre e novembre 2018”. Uno dei minori, “proprio per il contesto familiare” è stato posto alla misura cautelare in carcere anziché ai domiciliari.
A Bitonto che succede? La Direzione ha le idee chiare anche su quello che è accaduto nella città dell’olio e del sollievo: “A fronte del ridimensionamento della compagine criminale dei CONTE, si registra l’ascesa dell’avverso clan CIPRIANO che, a seguito della scarcerazione di un suo esponente di vertice, sembrerebbe aver ripreso vigore soprattutto nel settore delle estorsioni, ambito per il quale non sono esclusi collegamenti con il clan PARISI. Ove, oltre ai clan CONTE e CIPRIANO, sono presenti i gruppi CASSANO-DI CATALDO (legato ai DIOMEDE di Bari) e MODUGNO, affiliato al clan STRISCIUGLIO.
Da segnalare, a riguardo, il 18 settembre dello scorso anno, una “esplosione di colpi d’arma da fuoco presso l’abitazione di un pluripregiudicato, referente del clan CONTE per la cosiddetta “piazza del ponte”. Nel corso della nottata, l’uomo, dovendo scontare oltre sei anni di reclusione, era sfuggito a un tentativo di cattura da parte dei carabinieri”. E quindi l’arresto, a luglio 2019, di “due pregiudicati ritenuti vicini al locale clan CIPRIANO, trovati in possesso di una copiosa quantità di sostanza stupefacente e di circa 3mila euro in contanti, in banconote di vario taglio”.
Infiltrazioni nella economia legale. Immancabile, purtroppo, la sempre più acuta, grave e pericolosissima presenza delle bande criminali nell’economia legale. E anche qui, purtroppo, Bitonto non si sottrae. “Si segnalano due provvedimenti di confisca. Il primo, eseguito a Bitonto dalla DIA di Bari il 31 luglio 2019, ha colpito un noto pregiudicato legato ai clan CAPRIATI e PARISI, arrestato nell’ambito delle inchieste “Do ut des” (Polizia di Stato, marzo 2016) e “Magic Work” (DIA, luglio 2018). Il provvedimento ha riguardato due aziende operanti nel campo del servizio alle imprese, quattro attività operanti nel settore della ristorazione (due delle quali in località turistiche della riviera barese), quattro autovetture, due immobili e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre un milione di euro”.