L’architetto è una professione che oggi come sempre comporta un impegno a più livelli, sulla città, l’abitare, le strutture e gli esseri umani, il loro sentire. Fino a qualche anno fa l’Ordine degli Architetti era semplicemente degli Architetti, e oggi è diventato degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. L’architetto era già una figura che incarnava tutte queste cose insieme, quando esercitava la professione Umberto Kühtz, architetto bitontino-barese di adozione, che aveva studiato a Firenze e Napoli e che infatti fin dagli anni ‘60 ha portato avanti progetti di restauro e conservazione, di piano regolatore, progettazione di edifici d’abitazione e scuole, ristrutturazioni. Il 29 giugno, che sarebbe stato il suo 91mo compleanno, nel suo nome, con la spinta della figlia Silvana, dell’artista visivo e attivatore culturale e sociale Biagio Lieti, della designer e curatrice Rossella Tricarico e del web designer Emidio Torre, nasce una piattaforma digitale www.umbertokuhtzproject.it che oltre a raccogliere alcune delle opere dell’architetto-artista, che ha sempre dipinto e disegnato, vuol essere propulsore di altri progetti dell’abitare, del vivere, del fare città. Questo spazio digitale si propone di accogliere un primo studio del lavoro di Umberto, propedeutico all’allestimento di una nuova mostra dedicata al suo lavoro e alla sua vita, in cui è prevista fra gli altri la collaborazione del giornalista Nicola Signorile. Sono molteplici le sfaccettature della vita di Umberto architetto, artista segreto, che negli ultimi anni prima di morire aveva anche iniziato a interessarsi alla street art come esempio di attivazione culturale delle periferie e delle città. Già nei primi anni ‘70 quando progettò il nuovo Piano Regolatore del Comune di Bitonto insieme al collega arch. Giuseppe Romanelli, aveva lavorato per “eliminare i ghetti periferici, quartieri monofunzionali dove (…) si viene relegati a vivere ai margini della città (…) e si opera una discriminazione nel godimento della città”, come si legge nella sua relazione al Piano regolatore, e ancora “La qualità di un piano dipende dal destino che si vuole attribuire a quella città (…). Dalla sua ossatura verranno di conseguenza i particolari esecutivi dei grafici. (…) Un piano è anche una precisa scelta politica. Ossia dobbiamo scegliere tra la città dei pochi (…) e la città di tutti nella quale sia dato a ciascun cittadino il diritto di camminare e respirare, ai ragazzi di giocare senza essere perseguitati dai vigili.” Un piano regolatore deve avere un pensiero ampio e preveggente: “perché la zona A di vincolo ambientale nelle due frazioni? Perché come molti altri centri piccoli e grandi d’Italia hanno dignitosamente una loro storia da ricordare e un valore ambientale da salvare. La piazza centrale di Mariotto ad esempio, è un piccolo capolavoro di luce e di equilibrio spaziale, così come la inquieta e dinamica piazza di Palombaio (…). Perché non impedire che qualcuno le deturpi?” si legge sempre in un allegato al PRG di Bitonto del 71. Con questo nuovo sito e poi con le attività in presenza che seguiranno, i tratti del paesaggio umano, artistico, pittorico sono quelli che prima di tutto si vorrà mettere in evidenza, creando un cortocircuito fra le linee dei suoi dipinti, schizzi, acquerelli e il suo progettare, in cui ad esempio anche nelle tavole finali non usava quasi mai i trasferelli per le figure umane o di paesaggio ma li disegnava a mano libera. Dal 29 giugno sono visibili le prime due pagine del sito, una home page con un breve scritto di Umberto sul paesaggio scritto nel 2014, e in cui si compongono in maniera diversa alcuni suoi disegni ad ogni caricamento della pagina, e la sua biografia in sintesi.