Plauso all’operazione dei Carabinieri dei Reparti Tutela Agroalimentare (R.a.c.) di Salerno e Torino che hanno riscontrato violazioni in provincia di Barletta e Trani su 100 kg di prodotti lattiero caseari e non conformità relative all’identificazione di partite di olio contenute all’interno di silos, mentre a Foggia hanno sequestrato cime di rape in olio di semi, commercializzati con etichettatura irregolare degli ingredienti. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia in merito ai controlli in atto sul territorio, dove quasi due consumatori su tre (65%) hanno paura delle contraffazioni a tavola perché al danno economico si aggiungono i rischi per la salute.
“La stretta sui controlli è essenziale in questo momento difficile per l’economia agricola regionale e per gli stessi consumatori, ancora alle prese con gli effetti dell’emergenza Coronavirus e del lungo lockdown. Siamo all’avanguardia in Europa nelle politiche per la trasparenza dell’informazione ai consumatori, con l’etichetta di origine Made in Italy su ¾ della spesa per impedire di spacciare prodotti stranieri come made in Italy”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
“L’Italia che è leader europeo nella qualità e nella sicurezza alimentare ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie”, precisa il presidente Muraglia nel sottolineare che “in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti”.
Grazie all’azione di Coldiretti l’Italia si è dotata di una legislazione nazionale di avanguardia che prevede multe da 2 mila a 16 mila euro in caso di mancata indicazione dell’origine. Le norme italiane che prevedono l’obbligo di indicare l’origine in etichetta dei derivati del latte, del grano nella pasta, olio extravergine e derivati del pomodoro, si aggiungono a quelle europee dove – continua la Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato con la carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca, dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.
Un obiettivo condiviso dalla maggioranza dei consumatori europei e dall’82% di quelli italiani che chiedono di superare l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’etichetta per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi.
L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI
Cibi con l’indicazione origine E quelli senza
Carne di pollo e derivati Salumi
Carne bovina Carne di coniglio
Frutta e verdura fresche Carne trasformata
Uova Frutta e verdura trasformata
Miele Pane
Passata di pomodoro
Pesce
Olio Extravergine di oliva
Latte/Formaggi
Pasta
Riso
Derivati del pomodoro diversi da passata e sughi pronti
Fonte: Elaborazioni Coldiretti